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lunedì 16 dicembre 2013

Michelle Bachelet presidente del Cile (da Corriere.it)

(...) Secondo i primi exit poll la candidata del centrosinistra ha raggiunto il 61 per cento dei voti, distaccando l’avversaria di destra Evelyn Matthei, ferma al 39 per cento. 

La Bachelet, già al potere dal 2006 al 2010, ha 62 anni e proviene da un incarico nell’agenzia Onu per le donne, dove si è fatta apprezzare per il suo impegno. Tornata in Cile all’inizio dell’anno, ha ricostruito la vecchia alleanza di centrosinistra, ora ribattezzata Nueva Mayoria, aprendola ai comunisti e ai movimenti sociali. Importante il suo dialogo con gli studenti, protagonisti da anni di una dura protesta contro il sistema privato ereditato dalla dittatura militare. Alcuni dei loro leader oggi siedono in Parlamento. Bachelet ha promesso una sterzata per rispondere alle richieste degli studenti e di altre categorie escluse dai benefici del miracolo cileno, dove la crescita economica non ha eliminato le forti diseguaglianze sociali.(...)

mercoledì 11 settembre 2013

11 settembre (1973, 2001, 2012)


11 settembre 1973: golpe in Cile

Alle sette del mattino dell’11 settembre alcune navi della Marina militare cilena occuparono il porto di Valparaíso, sull’Oceano Pacifico. L’ammiraglio Raúl Montero Cornejo, comandante della Marina e fedele al presidente Allende, venne imprigionato e sostituito da José Toribio Merino Castro, uno degli ideatori del colpo di stato. Il Prefetto della Provincia di Valparaíso informò subito delle manovre della Marina il presidente Allende, che diede ordine alla scorta, il Gap (Gruppo di Amici Personali), di lasciare la sua residenza di calle Tomás Moro per raggiungere il palazzo presidenziale, La Moneda, nella capitale Santiago. Erano circa le otto e a Santiago le forze aeree e i carri armati dell’esercito avevano già condotto la cosiddetta “Operazione silenzio”: chiudere e bombardare le sedi e le antenne di tutte le stazioni radio e tv. L’unica che quel giorno riuscì a non interrompere le trasmissioni (nonostante il bombardamento) fu la radio Magallanes del Partito comunista cileno da cui, poco dopo, Allende avrebbe parlato alla nazione per l’ultima volta.


11 settembre 2001: Attacco alle Torri gemelle e al Pentagono

L'attacco al Pentagono è uno degli aspetti dell'11/9 che maggiormente ha stimolato la fantasia dei complottisti. Dapprima hanno sostenuto che l'edificio fosse stato colpito da un missile o da un caccia;  negli ultimi anni alcuni hanno cambiato parere e ora sostengono che un aereo di linea abbia effettivamente colpito il Pentagono ma percorrendo una rotta diversa rispetto a quella comunemente accettata. Tralasciando la disinvoltura con cui i complottisti cambiano parere, allo scopo di confermare nuovamente che le versioni complottiste sono solo frutto di menti troppi fervide Undicisettembre ha raccolto la testimonianza diretta di Steven Mondul, che al tempo degli attacchi ricopriva il ruolo di State Emergency Manager (responsabile statale per le emergenze) per il Virginia Department of Transportation (Dipartimento dei Trasporti della Virginia) e che ci ha fornito una nuova smentita di queste assurde teorie.

Ringraziamo Steven Mondul (citato con il suo permesso) per la sua cortesia e disponibilità.


11 settembre 2012: Chris Stevens muore in un attentato a Bengasi

Era il Primo maggio. E quello è stato il giorno in cui ho visto per l'ultima volta Chris Stevens, un diplomatico esperto e un amico. Abbiamo parlato a lungo della sua nomina ad ambasciatore in Libia, Paese che conosceva e amava. E con il suo stile per nulla formale, da californiano vero, aveva toccato un tema rimasto un po' sotto traccia ma sentito. Quello dell'infiltrazione dei militanti islamisti. «Dicono che arrivino anche dall'estero», aveva affermato. Non era la violazione di un segreto bensì la conferma di notizie pubbliche che rimbalzavano dal Nord Africa. Ma Chris Stevens, pur consapevole dei rischi, non sembrava preoccupato più di tanto. Era abituato ai posti difficili, sapeva cosa fosse il Medio Oriente, conosceva la terribile favola della rana e dello scorpione. Quella dove quest'ultimo uccide la prima dopo che lo ha aiutato ad attraversare il fiume.(...)




martedì 6 agosto 2013

I Minatori Cileni, Tre Anni Dopo (ilPost)

(...) I pochi soldi che avevano ricevuto (13 mila dollari per i diritti cinematografici di un film che verrà girato nei prossimi mesi e 10mila dollari donati da un milionario cileno) sono ormai finiti. Alcuni sono ancora disoccupati: uno dei sopravvissuti, Omar Reygadas, ha spiegato come molti proprietari di miniere abbiano timore di assumerli perché «pensano che al primo problema richiameremmo l’attenzione dei media». Qualcuno ha fondato con quei soldi delle piccole imprese e lavora saltuariamente. La maggior parte di loro non ha la possibilità di lavorare perché soffre di gravi problemi fisici e psicologici: sono gli uomini rimasti intrappolati sotto terra per il periodo più lungo di cui si abbia mai avuto notizia e la loro terapia in molti casi si è limitata soltanto alla somministrazione di pasticche per dormire e calmanti. «Alcuni sono caduti nell’alcol e nella droga», ha detto il loro avvocato. 


I minatori cileni, tre anni dopo (ilPost)