lunedì 30 luglio 2012

Yemen, dove il rapimento è un arma

Quando c'è l'annuncio di un sequestro in Yemen gli 007 pensano subito a due scenari già visti. Il primo - più preoccupante - porta a quanti seguono gli ideali di Bin Laden. L'altro chiama in causa i clan tribali, come farebbero pensare notizie - sommarie - giunte dal "teatro". Appena un mese fa i servizi di sicurezza dello Yemen avevano annunciato di aver sventato “13 complotti” contro obiettivi stranieri da parte di Al Qaeda. Progetti di attentato, rapimenti, attacchi contro qualsiasi simbolo occidentale. E dunque il personale diplomatico rientrava nella lista dei bersagli nel quadro della guerra che oppone gli estremisti al governo. (...) Guido Olimpio sul Corriere

La "Rottura" dello Zar

Insomma, pare avvicinarsi il momento in cui l'Europa farà il salto di qualità che attendiamo da tempo? Mettendo in ordine gli eventi - la dichiarazione di Draghi e l'ok di oggi della Germania all'acquisto di bond da parte della BCE - sembrerebbe così; ma dobbiamo naturalmente attendere il 2 agosto per capire come la BCE opererà nei fatti; i segnali sembrano indicare un percorso deciso, e si spera che le deliberazioni siano all'altezza delle aspettative.

D'altro canto è difficile che Draghi si sia "lasciato andare" a dichiarazioni così impegnative come quelle dei giorni scorsi (qui il testo integrale); il Presidente della BCE è persona troppo avveduta per non capire che   - anche delimitando formalmente la cosa "all'interno del nostro mandato"  - ciò che il mondo avrebbe udito con maggiore forza era la frase "la BCE è pronta a tutto".

Insomma, lo Zar ha forse deciso di far crescere la BCE, chiamando tutta l'Europa ad accompagnare questo  itinerario. "Sostegno in cambio di istituzioni europee più forti", questo il senso dell'azione di Draghi. 

Se così fosse, potrebbe essere l'inizio di una grande avventura. 
Vedremo. In ogni caso, un passo avanti è stato fatto.

Francesco Maria Mariotti

venerdì 27 luglio 2012

Il Difficile Equilibrio (dal Sole24Ore)


Il messaggio di Draghi a Londra è molto importante, in quanto, in un momento di massima turbolenza, rassicura i mercati che la Bce c'è ed è pronta a fare la sua parte per salvare l'euro. Non è però il cambiamento radicale rispetto alle sue posizioni recenti cui la reazione dei mercati potrebbe far pensare.

di Alessandro Merli, - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/UP6PU

Il bazooka di Draghi (rassegna stampa - pdf)


In una giornata molto particolare di una settimana molto particolare, ho preparato un breve documento (una sorta di rassegna stampa) per provare a orientarsi meglio in quanto sta succedendo a livello europeo.

Chi desiderasse il documento può farmene richiesta direttamente via mail
FMM


giovedì 26 luglio 2012

E lo "Zar" Draghi infine ha parlato


In pratica il messaggio è stato: Pronti a tutto per salvare l'Euro!
Leggi anche Le Mosse di Draghi, Unico Zar, prima, seconda, terza puntata.

FMM

«Ho un messaggio chiaro da darvi: nell'ambito del nostro mandato la Bce è pronta a fare tutto il necessario a preservare l'euro. E credetemi: sarà abbastanza». Lo ha affermato il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, intervenendo alla Global Investment Conference a Londra alla vigilia della cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Paesi come Italia e Spagna hanno fatto «progressi notevoli» su risanamento dei conti pubblici e riforme, ha affermato Draghi, aggiungendo che «bisogna continuare in questa direzione». 
Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/9eUqQ 


La grave accelerazione della crisi del debito sovrano europeo impone l'attuazione da parte delle istituzioni europee di quello che i mercati amano chiamare «quick fix»: una soluzione efficace, immediata e definitiva, quel colpo di spugna che il potere di intervento illimitato della Bce sarebbe in grado di realizzare in stile quantitative easing per allontanare i rendimenti dei titoli di Stato spagnoli e italiani dalla soglia dell'insostenibilità e sgombrare il campo estivo dal rischio della richiesta di aiuto a Ue e Fmi da parte di Madrid o Roma.
di Isabella Bufacchi - Il Sole 24 Ore - leggi su Tutte le armi in mano alla BCE 


Pronta una "super bomba"?

Dalla pagina FB di Guido Olimpio, riporto un post che comunque - ferma restando indiscutibile la serietà dell'ottimo giornalista - consiglio di prendere con cautela, nel senso di tenere presente che un "avviso" può essere mandato proprio per evitare di utilizzare la forza che si dice pronta. Quindi: notizia per certi aspetti molto interessante; da capire e valutare con accortezza le possibili conseguenze.
FMM


Avviso a Siria e Iran
L'Us Air Force ha rivelato che la nuova superbomba capace di distruggere bunker è pronta. In caso di necessità l'azione è in grado di usarla. La precisazione è importante perché si pensava che fosse ancora in via di perfezionamento. O almeno questo aveva detto il segretario alla Difesa americano Panetta.
La bunker buster è stata concepita per colpire installazioni costruite in profondità e ben protette. Dunque un ordigno che sembra fatto a posta per neutralizzare impianti in paesi a rischio (Iran, Corea del Nord, Siria). 

mercoledì 25 luglio 2012

Le Mosse di Draghi, Unico Zar - 3


(Leggi la prima  e la seconda "puntata")

Un esponente di primo piano della Banca centrale europea, il Governatore della Banca centrale dell'Austria Ewald Nowotny, ha aperto all'ipotesi di concedere una licenza bancaria al futuro fondo salva-Stati permanente dell'Unione europea, l'Esm. Si tratta di una misura che potenzierebbe enormemente le capacità di intervento dello stesso fondo (...) di Enrico Marro. All'interno articolo di Alessandro Merli - Il Sole 24 Ore - leggi su Prime aperture

Pure a Francoforte, d’altronde, qualcosa si starebbe muovendo: “Il Consiglio dei governatori della Banca centrale europea sta discutendo misure che fino a pochi mesi fa sarebbero apparse impensabili – ha scritto ieri sul Corriere della Sera Federico Fubini – Come hanno già fatto la Federal reserve americana, la Banca d’Inghilterra o la Banca del Giappone, anche l’Eurotower a questo punto valuta se tentare misure molto poco convenzionali per la sua storia”. Dopo una prima fase di assistenza mirata (in tandem con tutti i governi Ue) per pochi stati dell’Eurozona in difficoltà, superato poi la scorsa estate il tabù dell’acquisto un po’ più diffuso (ma comunque limitato) di titoli di stato di Italia e Spagna per supplire alle indecisioni delle cancellerie Ue, e sperimentata infine a partire da dicembre una forma di finanziamento illimitato a basso costo alle banche private dell’area, ora a Francoforte la discussione si starebbe spingendo addirittura oltre. L’ispirazione viene da oltreoceano, dalla Fed americana, o quantomeno da oltemanica, dalla Bank of England, e infatti l’espressione con la quale i mercati si riferiscono al nuovo bazooka è di origine anglosassone: “Quantitative easing”, ovvero – spiegava ancora una volta Fubini ieri sul Corriere – “facilitazione delle condizioni del credito grazie all’aumento della quantità di moneta”. Si stamperebbero nuovi euro, insomma. Il pensiero strisciante di Draghi

Le Mosse di Draghi, Unico Zar - 2


(Leggi anche la "prima puntata")

Ma da dove arriva tanta forza per la Bce e dove si fonda la sua vera reputazione? La risposta standard è che la forza della Bce nella crisi sta nella possibilità di stampare moneta mentre la reputazione è nella capacità di mantenere sotto controllo l'inflazione. Forza e reputazione, così identificate, entrano facilmente in collisione. Se stampare moneta può risolvere la crisi dei debiti sovrani allo stesso tempo rischia di creare inflazione e minaccia la reputazione stessa. Ma forza e reputazione sono meno contraddittorie di quanto appaiano, anzi sono la stessa cosa. La reputazione di fondo della Bce non è tanto nei successi ottenuti nel contenere l'inflazione, quanto nella capacità di emettere una moneta accettata da tutti. Questa fiducia non è scontata, tanto è vero che forze centrifughe la minacciano, ma è la vera grande conquista dell'unione monetaria. Non tutte le banche centrali hanno la possibilità di emettere moneta fiduciaria di alto grado. di Pierpaolo Benigno - Il Sole 24 Ore - leggi su Francoforte può salvare l'Europa 

Perché Netanyahu accusa Hezbollah (da Qdr)

Qdr Magazine ha pubblicato una mia riflessione su quanto sta succedendo in Medio Oriente e sul perché Netanyahu accusa Hezbollah

lunedì 23 luglio 2012

Le Mosse di Draghi, Unico Zar

In una giornata convulsa e molto pesante sui mercati, riprendiamo in mano alcuni articoli che possono aiutarci a riflettere sul ruolo della BCE, che appare sempre di più il punto principale da cui potrebbe passare - e forse dovrebbe passare - la protezione dell'euro dagli eccessi dell'altalena dei mercati.

Ciò non toglie che la Bce può agire da "pronto intervento" eccezionale, ma un compito del genere non può diventare permanente, perché rimane agli Stati (per il momento) il dovere di risolvere i problemi delle diverse economie nazionali.

A meno che non si faccia quel salto di qualità che permetterebbe a un governo politico europeo unitario di interfacciarsi con la BCE e definire - nei rispettivi ruoli che devono rimanere nettamente distinti - una politica economica europea coerente.

Per ora, l'unico Zar è Mario Draghi, e a lui spetta valutare possibili azioni d'urgenza.

Francesco Maria Mariotti


(...) La BCE ne devrait pas, comme le demande le FMI, faire davantage pour soulager l'économie ? Nous sommes très ouverts et n'avons pas de tabous. Nous avons décidé de réduire les taux d'intérêt à moins de 1 % car nous prédisions que l'inflation serait proche ou inférieure à 2 % début 2013. Il est désormais probable qu'elle reflue dès fin 2012.
Notre mandat est de maintenir la stabilité des prix pour éviter une inflation trop élevée mais aussi une baisse généralisée et globale des prix. Si nous constatons de tels risques de déflation, nous agirons.(...) Draghi: L'Euro non è in pericolo (laMonde, articolo in francese)

venerdì 20 luglio 2012

Il vero scudo è la credibilità (da ilSole24Ore)

Anche la speranza che la Bce mobilitasse le proprie risorse, a fronte di garanzie fornite dai fondi salva stati (Esm e Efsf) sulla copertura delle eventuali perdite, è stata vana. Ora la soluzione inerziale, descritta da un recente rapporto del Fondo monetario internazionale, è che l'economia europea peggiori a tal punto da provocare una deflazione così profonda da obbligare la Bce a procedere a un "quantitative easing" o, in parole povere, all'acquisto di titoli pubblici dei paesi più deboli, proprio per rispettare il proprio mandato di difesa della stabilità monetaria. di Carlo Bastasin - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/gwN3u

giovedì 19 luglio 2012

Gatti neri, gatte nere (racconto)

Oggi ho scritto una cosa un po' diversa dal solito. E' un esercizio di pura fantasia, che  ho scritto prendendo spunto da alcune notizie di questi giorni. Se dovesse essere riprodotto da qualche parte, prego di segnalare con evidenza che di pura fantasia si tratta.

Non so se sono riuscito nel mio intento, e spero di non offendere involontariamente nessuno, né avvallare chissà quali ipotesi strane; soprattutto non vorrei mancare di rispetto a chi si assume ogni giorno, per la nostra sicurezza, gravi rischi personali.

Il mio voleva essere anche un modo particolare per dire grazie a chi - nell'ombra - in questi giorni ha creato le condizioni perché ci fosse una bella notizia (e se non sono stati proprio loro, vale per mille altre volte, di cui forse non sappiamo....)

Francesco Maria

Gatti neri, gatte nere
Non è un bel lavoro. Nessuno ti conosce, il più delle volte l'azione che metti in campo rimarrà segreta. Il risultato può essere bellissimo, tutta una nazione - la stessa che ti sputa addosso virtualmente (non ti vede mai in faccia ) perché pensa che hai brigato con i mafiosi e contro i giudici - esulta senza neanche sapere come mai, cosa è successo. Sì, certo, lo immaginano tutti: avranno pagato un riscatto. Ma non è solo una questione di soldi, non è solo questione di denaro. Fosse solo quello, ci sono i fondi riservati. E anche quelli, ormai "si sa". Ma nessuno può immaginare cosa significa sapere che gli uomini con i quali stai parlando sono quelli che hanno appena comprato bombe, li hai visti; anzi, li hai magari aiutati ad avere contatti. 

Ti fa schifo questa cosa? Lo sai che con i tuoi soldi sono più capaci di uccidere, ora? non è un problema per chi aspetta una persona a casa. Non deve esserlo, non può. E tu sei pagato perché questa separazione di realtà continui a essere sempre presente. Non cada mai. 

Le democrazie vivono di questo. Non può esistere uno stato - tanto meno uno stato democratico - se non su una duplice, triplice, quadruplice verità. 
Perché all'interno - forse - puoi e devi far valere il sacro principio di legalità. 
(Dio, cosa mai sarà successo in quegli anni pesanti non lo sai neanche tu, che ci lavori dentro. Non te lo dicono, magari non lo sanno. Dio, a volte le tracce si perdono anche negli apparati più organizzati...)
Che ne sai? Ma giustamente i cittadini vogliono cose coerenti. Mica possono pensare che faccia parte della guerra trattare. Che sia insito nella stessa idea di nemico, la stretta di mano insanguinata. O meglio, magari lo sanno, ma è meglio non vedere, certo all'interno. 

All'estero la cosa è più facile. Certo, più facile. Per loro, per i cittadini. Per noi. I gatti bui. gatti neri da evitare, gatti invisibili. Per noi no.

lunedì 16 luglio 2012

I rumori dei passi di un regime che se ne va (Corriere.it)


«I RUMORI DEI PASSI DI UN REGIME CHE SE NE VA» - E sulla crisi siriana è intervenuto il premier turco: «Presto o tardi questo tiranno sanguinario se ne andrà e il popolo siriano gli chiederà conto delle stragi che ha commesso». Lo ha detto Recep Tayyip Erdogan, definendo le ultime vicende in Siria come «il rumore dei passi di un regime che se ne va». «Non ci sono più parole per descrivere quello che accade in Siria - ha detto Erdogan durante un congresso provinciale di partito a Kocaeli - Questi massacri crudeli e tentativi di genocidio, questa brutalità disumana non sono altro che il rumore dei passi di un regime che se ne va». «Abbiamo visto la stessa situazione con il regime di Saddam in Iraq, con quello di Gheddafi in Libia e con quello di Mubarak in Egitto - ha proseguito - Chi punta le armi contro il suo popolo per la sua personale ambizione e per mantenere il suo porto si sta solo preparando alla sua fine». «Per decenni il regime siriano autocratico non ha sparato un solo colpo per difendere la terra sotto occupazione - ha detto riferendosi alle alture del Golan, occupate da Israele - Questo regime dittatoriale non ha avuto il coraggio di sparare una sola pallottola ai veicoli militari armati nel suo territorio, nel suo spazio aereo o nelle sue acque. Ha solo potuto attaccare un aereo non armato nelle acque internazionali». Un riferimento all'aereo turco abbattuto dalla Siria il 22 giugno. Erdogan ha quindi paragonato le recenti stragi, tra cui quella di Tremseh, nella provincia di Hama, a quella che il padre e predecessore di Assad, Hafez al-Assad, ha compiuto nel 1982 sempre a Hama. «Sfortunatamente allora il mondo non alzò la voce contro quello che accade - ha proseguito - Ma oggi non c'è più una Turchia debole e muta che volta le spalle ai fratelli e vicini della regione». L'articolo integrale del Corriere

venerdì 13 luglio 2012

La Libia dopo il voto (da AffarInternazionali)

(...) Processo complesso 
D’altra parte, dopo una guerra nata dalla volontà di pochi - ma costata comunque distruzioni, migliaia di morti, sfollati senza possibilità di ritorno, sequestri e sparizioni - la posta era grande e l’occasione non ripetibile, pena una balcanizzazione, per non dire “somatizzazione”, che non sembra ancora scongiurata del tutto. Per molti, arrivare a concludere rapidamente queste elezioni è stato ancora più importante del risultato: il percorso della road map verso un processo di stabilizzazione, che va comunque guardato nei tempi lunghi, doveva necessariamente cominciare, e senza indugi.
Evidentemente, nelle classi più consapevoli c’è stata la percezione che, in caso di fallimento, la frammentazione sarebbe stata inevitabile. Sarà forse per motivi di convenienza elettorale, ma nel corso della campagna tutti i candidati si erano espressi per l’unità dello Stato e la laicità delle istituzioni repubblicane, pur con lasharia come fonte principale del diritto. In questa fase iniziale c’è stato persino un certo fair play, dove i laicisti hanno ricordato di essere comunque musulmani e tutti i confessionali hanno assicurato di essere dei moderati. Nella pratica, staremo a vedere, perché la Costituzione è ancora da scrivere, e dovrà certamente essere scritta a più mani.(...)

Non solo cure monetarie il riscatto passa dalla politica industriale (dalSole24Ore)


Fare ripartire l'economia reale significa agire su questi temi. Fare politica industriale, oggi, non può più significare sostenere le aziende decotte, ma neppure addossare all'operatore pubblico l'onere di scelte e iniziative che devono poi autonomamente riscuotere successo applicativo. E tuttavia il campo in cui l'operatore pubblico può e deve vantaggiosamente intervenire è vasto e importante, perché riguarda tutte le attività in cui la dimensione privata è insufficiente o non consente all'operatore di appropriarsi dei benefici del proprio investimento in misura adeguata a rimunerarlo.
di Gian Maria Gros-Pietro - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/pG5wt 

mercoledì 11 luglio 2012

Percorso di Guerra

Mi scuso per l'autocitazione, ma oggi credo sia giusto riprendere il ragionamento cha già si è fatto in questo blog; anche per capire come le dichiarazioni di Monti non siano una sorpresa, ma il necessario sviluppo di una coerente filosofia di governo, segnata dalla netta distinzione fra azione delle parti sociali e azione della politica. Questo non significa svuotare la politica, ma ridare ad essa una nuova dignità. 

"(...)Questo governo ha il merito di restituire la parola alla politica; (...) anche per quanto riguarda la riforma del lavoro, sotto alcuni aspetti è stato dato maggior peso alla richiesta di modifiche provenienti dalla forze politiche, piuttosto che al colloquio con le forze sociali, comunque ascoltate nelle settimane precedenti. Questo passaggio in particolare non poteva che creare forti tensioni: di fatto si è messa in discussione la costituzione materiale di questo paese che prevedeva una centralità sindacale nei passaggi legislativi di riforma del lavoro. Una "ferita" - perché comunque una ferita è stata - che va ripresa in futuro, rielaborata, e superata, perché forse superato è quel modello di concertazione. Forse non del tutto, ma certo in parte sì. I dubbi che in molti hanno espresso sulla posizione della Camusso contro l'intervento di Fornero in Alenia sono un segno che dovrebbe far capire ai sindacati confederali (...) che quella concezione non sta più in piedi, che i rapporti classici di mediazione sociale sono saltati: non lo diciamo con piacere, perché la grande confusione sotto il cielo della politica e della società aumenta il disagio dei cittadini, e la sofferenza di lavoratori e imprese; abbattere vecchi riti politici è forse giusto (anche se a volte viene fatto con troppa facilità e con troppa disinvoltura, va detto), ma certo lascia scoperte molte domande di rappresentanza. Epperò è un dato di fatto che quelle forme non riescono più a rappresentare tutti. Anche per questo l'azione di Monti ridà parola alla politica: perché la pone di fronte all'ineluttabilità di nuove scelte.(...)" Le speranze facili, le speranze difficili

Francesco Maria Mariotti

L'Italia si trova ad affrontare «un percorso di guerra durissimo». Lo ha detto il Presidente del consiglio Mario Monti intervenendo all'assemblea dell'Abi. In ogni caso ha compiuto «progressi sul disavanzo pubblico per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013». Il premier ha colto l'occasione per criticare alcune forme di concertazione spinta. «Mi auguro -afferma- che tutte le parti sociali si ispirino all'atteggiamento di collaborazione» ma le parti sociali «debbano restare parti, ed essere viste dalla società come parti vitali e parti importanti, ma non soggetti nei confronti dei quali il potere pubblico dia in outsourcing responsabilità politiche». Quindi il passaggio più diretto: «Esercizi profondi di concertazione in passato» con le parti sociali «hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli e nipoti non trovano facilmente lavoro».(...) "Per l'Italia un percorso di guerra"

martedì 10 luglio 2012

Monti, l'Euro, l'Italia

SALVARE L'EURO -C'è la «volontà di fare tutto ciò che è necessario per salvaguardare la nostra moneta e far progredire il progetto politico europeo» ha sottolineato Monti. Che ha spiegato di essere «convinto dell'importanza delle proposte delineate nel "rapporto dei quattro"». Ovvero nella relazione di Draghi, Barroso, Van Rompuy e Juncker. «Lo spread non è una torta amara che si possa ripartire a fette e che possa essere attribuita a una dichiarazione, a un'incertezza, a un ritardo nell'adottare una misura».

lunedì 9 luglio 2012

L'Europa Dia Soldi ai Disoccupati (Primo Passo di un Nuovo Welfare)


La disoccupazione rischia di distruggere il collante che tiene unita una nazione, e ancor più facilmente un continente. Per questo andrebbero pensate misure straordinarie che facilitino l'impiegabilità di chi rimane senza lavoro, o che comunque - almeno - aiutino i singoli a non sentirsi "senza patria" e "senza speranza". Luigi Zingales esplicita oggi un tassello di questa strategia, parlando di un sussidio di disoccupazione che venga dato a livello europeo. Eventualmente, ma è una aggiunta mia in linea con quanto scrivevo in passato, con uno "scambio" che dia occasione alle persone di fare un servizio civile per questa nostra nuova patria europea. Un primo passo per un welfare europeo che sia base anche per una nuova spinta alla crescita: "fermare" la paura della povertà e della solitudine è parte integrante del progetto europeo; da qui deve passare la ricerca di una nuova crescita, che non sia solo economica, ma anche civile e politica.

Francesco Maria Mariotti

(...) Per evitare un avvitamento dell'economia sul modello greco, un'unione monetaria dovrebbe avere un programma automatico di trasferimenti, non solo per le banche, ma anche per i disoccupati. Un sussidio alla disoccupazione, omogeneo a livello europeo, finanziato con fondi europei, e amministrato a livello europeo, avrebbe notevoli vantaggi. Ridurrebbe i costi di aggiustamento delle economie in difficoltà senza per questo eliminare la pressione finanziaria per le riforme, perché i soldi verrebbero dati direttamente alla gente e non ai governi. Come per le banche, trasferendo a Bruxelles il potere di supervisione, ridurrebbe gli effetti devastanti della corruzione politica prevalente in sud Europa. Ma, ancora più importante, aiuterebbe a cambiare l'immagine negativa di Europa che si sta diffondendo, attenta agli interessi delle banche, ma non a quelli dei cittadini. Poco servirebbe salvare l'euro, distruggendo il consenso. Senza il quale l'Europa muore.

I Fondi Sovrani secondo la CONSOB

Dal sito della CONSOBI Fondi Sovrani si sono affermati come uno dei principali investitori istituzionali sul mercato dei capitali mondiale. A fine 2011 gestivano assets per circa 4.600 miliardi di dollari USA, pari a circa il 6% del PIL mondiale; una stima per largo difetto del peso delle partecipazioni dei Fondi Sovrani sulla capitalizzazione dei mercati azionari dei principali paesi europei è pari a circa il 3%. In Italia oltre un terzo delle società quotate è partecipato da Fondi Sovrani, mentre questa percentuale è compresa fra il 15 e il 25% circa nei maggiori paesi europei. A partire dal 2005, i Fondi Sovrani hanno progressivamente diversificato il proprio portafoglio e aumentato la quota degli investimenti azionari. I Fondi hanno, inoltre, tentato di scalare alcune importanti società negli USA e in Europa e ciò ha accresciuto i timori dei Governi circa le possibili finalità strategiche degli investimenti dei Fondi medesimi. Vi sono evidenze che è essenzialmente a causa di questi timori che gli USA e molti Paesi europei hanno introdotto normative a difesa dei settori strategici. Il lavoro analizza in particolare le discipline introdotte in Francia, Germania e ultimamente in Italia, nel quadro dei vincoli posti dalla disciplina comunitaria relativamente alle deroghe previste per le limitazioni alla libera circolazione dei capitali. 

QUI trovate il paper della CONSOB ( in pdf);  Segue una breve rassegna di testi utili per approfondire:

venerdì 6 luglio 2012

La Strategia di Draghi (da laVoce.info)


In primavera, con la conferenza stampa che Mario Draghi ha tenuto dopo il consiglio della Bce di aprile a Barcellona, è avvenuto un cambio di rotta della strategia della Banca centrale europea. In quell'occasione Draghi affermò che l’Europa avrebbe dovuto smettere di considerare come orizzonte temporale solo la settimana successiva e iniziare piuttosto a chiedersi dove avrebbe voluto essere tra dieci anni. E come lavorare per arrivarci.
Non è chiaro se la spinta al cambiamento sia venuta da Draghi, che avrebbe convinto Angela Merkel, oppure il contrario. Ma è più probabilmente il risultato di un dialogo tra i due·
Per la Banca centrale europea è stato come dire: abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo salvato l’euro con le operazioni straordinarie di rifinanziamento, ma non lo faremo di nuovo, perché non sarà un’iniezione di liquidità a salvare l’Europa. Il concetto è stato ribadito nella conferenza stampa di questa settimana: “Non avrebbe senso rischiare di distruggere la reputazione della Bce se comunque questo non fosse sufficiente a salvare l’euro”. (...)

giovedì 5 luglio 2012

Le speranze residue per la Siria (da Aspenia online)


Nel frattempo, anche il flusso di armi diretto verso il paese è aumentato e – secondo il New York Times – alcuni agenti della CIA avrebbero fornito armi sul confine siriano-turco a combattenti “scelti” della resistenza. Dall’altro lato, Mosca continua a inviare materiale bellico al regime siriano. È evidente che la militarizzazione del conflitto non faciliti il dialogo politico. Intanto, gli attentati che nelle ultime settimane hanno colpito con sempre maggiore frequenza Damasco (dove il regime gode ancora di notevole sostegno politico), mostrano come la spirale del terrore sia una strategia adottata da tutte le parti in guerra. In questo quadro, la possibilità concreta di indire nuove elezioni, formare un governo di transizione e mettere in atto riforme condivise risulta assai improbabile.

Un secondo invalicabile ostacolo è rappresentato dal mantenimento di Bashar al Assad al potere, ormai delegittimato dalla maggior parte degli attori internazionali oltre che dalle forze dell’opposizione interna. La Corte penale internazionale, inoltre, si è espressa dichiarando pubblicamente che il regime siriano potrebbe essere imputato per crimini contro l’umanità. In una tale prospettiva, immaginare una “restaurazione” del ruolo di Assad, tanto all’interno del quadro politico siriano, quanto nella dimensione diplomatica internazionale risulta davvero poco realistico.


Le speranze residue in un piano internazionale per la Siria (Aspenia online)

La Bce taglia i tassi allo 0,75% (dal Sole24Ore)

La situazione «non è» così cattiva come nel 2008, ha tuttavia assicurato Dario secondo cui «non siamo assolutamente a quel punto». Draghi spiega anche che la Bce «non può incanalare i fondi alle banche verso una specifica categoria di aziende, o di risparmiatori. È un'idea sbagliata anche quella di chi dice che la Bce dovrebbe assicurarsi che le banche non comprino titoli del debito pubblico». Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/zBvjI 

martedì 3 luglio 2012

Se il Dettaglio è la Strategia (dal Sole24ore)


Ora che siamo ben vaccinati dall'applicare l'entusiasmo calcistico alle questioni europee, possiamo guardare ai risultati "italiani" del Consiglio europeo senza spirito da tifosi. Per quanto riguarda l'Italia la novità emersa da Bruxelles è forse che il pericolo maggiore, il fallimento improvviso o casuale di un'asta dei titoli pubblici, è stato allontanato.

Si è sempre detto: basta che un'asta vada male e viene giù tutta la casa. Ma venerdì il Consiglio Ue ha confermato che le regole di attivazione dei fondi del meccanismo di stabilità (Esm) saranno modificate in modo da consentirne un utilizzo flessibile ed efficiente per rassicurare i mercati. di Carlo Bastasin - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/3sFEN 

Se la Grecia esce dall'euro... (dal Sole24Ore)

Non scoppierà il caos se la Grecia lascia? «Il caos è già qui. La disoccupazione di massa che l'euro ha portato è intollerabile. Solo un'uscita dall'euro può dare posti di lavoro dei giovani greci e sperare per il futuro ancora una volta. L'assistenza deve essere utilizzato per facilitare l'uscita ordinata. Negli ultimi decenni ci sono stati decine di default sovrani. In tutti i casi ci sono voluti una svalutazione per recuperare». di Vittorio Da Rold - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/nnnse

La spending review è un cantiere (dalSole24Ore)

La spending review è un cantiere ed è un processo che non si interrompe «È chiaro che la spending review non é che si fa in un mese e poi ce ne si dimentica: é un cantiere e quindi continuerà», ha detto il vice ministro all'Economia, Vittorio Grilli, a margine di un'audizione alla Camera. «Spending review vuol dire che si continuerà a guardare all'interno della Pubblica amministrazione per efficientarla e ridurre i costi, é un processo che non si interrompe certo domani». Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/CpyOC

lunedì 2 luglio 2012

Perché la vincitrice è Angela Merkel (dal Sole24Ore)


Il summit di Bruxelles è stato unanimemente considerato come una vittoria del buon senso europeo sulla protervia e l' ottusità tedesche. In realtà, la Merkel ha concesso qualcosa, ma ha ottenuto molto di più di quanto non appaia. Questa donna sottovalutata, senza pretese intellettuali, che con molto snobismo centinaia di commentatori italiani ritengono un politico insignificante e "senza visione", è la vera vincitrice del summit. di Roberto Perotti - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/vAiQY 

Ankara invia jet da guerra sul confine siriano (da AsiaNews)


(...) Dopo l'abbattimento del jet turco lo scorso 22 giugno, Ankara ha deciso di rinforzare le difese sui 500 chilometri di confine con la Siria, annunciando "tolleranza zero" contro le incursioni dell'esercito di Assad. Oltre agli aerei da guerra l'esercito ha invitato nei giorni scorsi anche batterie missilistiche e mezzi corazzati.

Da 16 mesi, il governo di Ankara sostiene i ribelli del Free Syrian Army, costituitosi proprio in territorio turco, permettendo loro di rifugiarsi in segreto nei campi profughi, dove a tutt'oggi vi sono circa 30mila rifugiati. Secondo alcuni esperti l'esercito, turco fornirebbe ai guerriglieri anche armi, equipaggiamento e addestramento. (...) Ankara invia jet da guerra sul confine siriano (da AsiaNews)

Siamo Ancora in Guerra, in Libia?

Le notizie che riporto sono da prendere con molta cautela, in quanto Asianews - sito generalmente ben informato - non specifica esattamente quali siano le sue fonti. Di fatto però il senso politico non appare - purtroppo - come una sorpresa: come già si è detto in altri momenti, in Libia la situazione non è affatto risolta. Per cui, detto crudemente, non ci sarebbe scandalo se la NATO stesse monitorando la situazione e stesse ancora intervenendo fattualmente (anche "al di fuori" della missione ufficiale, che si diceva conclusa); è però assolutamente da valutare con prudenza  - e "sana diffidenza", mi verrebbe da dire - ogni notizia di bombardamento, per evitare di cadere oggi in errori di "false notizie" che ci sono già state, in questa brutta vicenda.

Francesco Maria Mariotti

(...) Secondo le fonti, le forze dell'Alleanza atlantica non hanno mai abbondonato il Paese. "Tre settimane fa - raccontano - i jet Nato hanno lanciato un fitto bombardamento su due città in lotta fra di loro: Zintan e Mashasha". La prima è una delle più importanti roccaforti dei ribelli e per tutto il periodo della guerra ha avuto il sostegno da parte della Nato.  La seconda è invece abitata da popolazioni nomadi originarie del Niger. Essa era stata costruita dallo stesso Gheddafi per permettere ai popoli del deserto di diventare stanziali. I suoi abitanti hanno sostenuto il rais durante l'offensiva contro Zintan. "Caduto il dittatore - continuano le fonti di AsiaNews - Zintan si è vendicata lanciando attacchi contro Mashasha che ha risposto lanciando missili e bombe di mortaio. Per fermare la violenze la Nato ha bombardato entrambe le città, facendo diversi morti. L'Alleanza atlantica ha giustificato le bombe contro Zintan, sua alleata, come un errore balistico. E questo nel silenzio totale dei media".(...)

L'ABC del vertice di Bruxelles: cosa è stato deciso (dal Sole24Ore)

Il Consiglio europeo di Bruxelles del 28-29 giugno 2012 ha interrotto la lunga serie di vertici inconsistenti sul piano delle decisioni e delle azioni concrete. Questa volta, i leader europei hanno preso misure capaci di affrontare, nel breve periodo, i problemi che in questo momento minacciano il Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/11jxV4