martedì 7 dicembre 2021

L'eccessiva fiducia progressista nell'educazione

Riproduco un post di Fb di un anno fa

FMM 

"Forse è una riflessione già accennata in passato, mi torna spesso, chiedo venia se la ripropongo: credo che uno dei problemi più seri dell'approccio filosofico - politico che genericamente possiamo definire "progressista" sia scommettere eccessivamente sull'"educazione consapevole" come motore trainante del miglioramento delle persone. 

Da questo nodo due problemi, forse due facce del medesimo: 

- stupirsi quasi ingenuamente delle "ricadute" della storia nelle "tenebre" (presunte o reali esse siano), non facendo i conti con il fatto che siamo animali razionali, sociali, forse anche spirituali, ma comunque con un residuo ineliminabile di "animalità", se non anche di "bestialità" (che va per lo più limitata e governata e non certo esaltata, ma è comunque sempre presente)

- illudersi che si possano governare gli istinti degli uomini e delle donne "educando" (governando? controllando? "censurando"?) parole, costrutti razionali espliciti, contenuti culturali e via così dicendo.

Ovviamente non è che si debba cadere in un estremo opposto di sfiducia nell'azione educativa e culturale, ma soprattutto di questi tempi si nota una sorta di rinnovato ardore in senso "politico-didattico" (per esempio verso problematiche  ambientaliste, o di genere, o di memoria storica) che fa temere nuove illusioni, e forse nuovi pesanti errori, da cui trarrebbero paradossale beneficio le forze più reazionarie, autoproclamandosi - come spesso capita - custodi di "autenticità" rimossa.

Stiamo attenti."

martedì 17 agosto 2021

Afghanistan. Non arrendersi all'oggi

È una sconfitta gravissima. 

Ma non è la "fine" del (cosiddetto) Occidente. 

Non intrappoliamoci in continue Apocalissi. 

La politica continua 

#Afghanistan

sabato 1 maggio 2021

Buon primo maggio

Il lavoro oggi è ancora strumento di "emancipazione"? Lecito dubitarne; ma al tempo stesso comunque è passaggio necessario per ognuno/a per costruire parte di un "mondo comune".

Tornare a "emanciparsi" dai bisogni, dalle dipendenze dalla necessità. Anche attraverso il lavoro, i lavori, tornare a liberarsi dal lavoro stesso.

Sullo sfondo: quanto può essere necessario un reddito universale legato al solo fatto di essere parte della comunità, per "liberarsi" dalla necessità di dire un sì a un lavoro "a qualsiasi costo"? Quanto può essere comunque invece necessario definire una condizionalità per poter accedere a un sostegno?

Libertà e giustizia. Forse fraternità (ma mai attraverso lo stato, che non può "definirla").

Buon primo maggio, pensando a tanti luoghi del mondo, ora mi viene in mente Hong Kong, segno di contraddizione per tutte/i.

Buon primo maggio, anche perché si vinca la pandemia, precondizione per tornare a lavorare sereni.

#1maggio2021 #1maggio #festadellavoro #COVID19 #freehongkong