lunedì 26 agosto 2019

Un percorso europeo per le riforme italiane (Maurizio Ferrera, Corriere della Sera)


"(...) La nuova Commissione avrà infatti il sostegno dei partiti tradizionalmente europeisti: popolari, socialisti e democratici, liberali. Sarebbe sbagliato però dire che la Ue è rimasta quella di sempre. La nuova legislatura sarà sicuramente meno «austera» delle due precedenti (Juncker e Barroso), meno orientata alla stabilità fiscale in quanto tale e più aperta verso i temi della crescita, dell’occupazione, della sostenibilità ambientale e sociale. Lo testimoniano innanzitutto i programmi dei partiti che ora formano la maggioranza a Strasburgo. Rispetto alle elezioni del 2014, essi hanno formulato proposte precise su tutti questi fronti (si vedano le analisi su www.euvisions.eu). Il segnale più forte viene tuttavia dall’«Agenda per l’Europa» preparata dalla neopresidente Ursula von der Leyen per il prossimo quinquennio. Una lettura attenta di questo documento sarebbe molto utile a chi sta lavorando per risolvere la crisi di governo. Vi si trovano infatti idee e proposte molto calzanti per l’Italia. In primo luogo, von der Leyen richiama l’attenzione sui temi ambientali e sulla necessità di un vero e proprio «Patto verde» europeo. Non solo per affrontare la sfida oggi più dirompente per l’intero pianeta — il cambiamento climatico — ma anche per stimolare la crescita. Economia circolare, risanamento ambientale, rilancio delle aree e delle attività rurali, investimenti massicci in sostenibilità: preso seriamente, il perseguimento di questi obiettivi avrebbe enormi ricadute in termini di Pil e occupazione. Sul versante del lavoro, la neopresidente propone un salario minimo Ue e la regolazione della cosiddetta gig economy (i lavori tramite piattaforma, che interessano un numero crescente di giovani europei). In tema di welfare, l’obiettivo prioritario è il rafforzamento della garanzia giovani, nonché di una nuova «garanzia minori» (reddito, asili, formazione primaria, salute per tutti i bambini/ragazzi in condizioni disagiate). Dato il suo successo come ministra per gli affari sociali e la famiglia in Germania, von der Leyen propone poi un piano ambizioso per le donne (conciliazione, pari opportunità, protezione contro violenze e femminicidi) e la piena realizzazione del nuovo Pilastro europeo dei diritti sociali. Inoltre, la sua Agenda insiste moltissimo sugli investimenti digitali e in capitale umano: istruzione, ricerca e sviluppo. Nel documento c’è molto altro (compresa la revisione del Regolamento di Dublino sull’immigrazione). Ma i punti menzionati sono tutti rilevantissimi anche per l’Agenda Italia. Se un nuovo governo li includesse nel programma, si tratterebbe (questa volta sì) di un cambiamento epocale rispetto agli approcci del passato, prevalentemente basati sulla difesa a oltranza dell’esistente (settori economici tradizionali, previdenza pensionistica) piuttosto che investimenti per il futuro e per l’inclusione attiva delle persone più svantaggiate. Oltre che per i contenuti, la svolta di von der Leyen merita attenzione anche per altri motivi. In vari Paesi membri non vi sono oggi i margini fiscali per muovere nelle direzioni indicate dalla neopresidente. Certo, con incisive riqualificazioni della spesa pubblica e una lotta a tutto campo contro l’evasione, un po’ di margini si potrebbero (e dovrebbero) trovare. Ma difficilmente basterebbero, almeno nel breve periodo. In Italia abbiamo una complicazione in più. Le clausole sull’Iva introdotte dal governo giallo-verde ci obbligano a trovare 23 miliardi per il 2020 e 29 per il 2021. Se non le disinneschiamo, si rischia di tarpare ancor di più le ali a una crescita già intorno allo zero. E senza crescita il debito non scende. C’è un modo per uscire da questo circolo vizioso? Immaginiamo il seguente scenario. Il nuovo governo elabora (preferibilmente con l’assistenza tecnica della Commissione) un ambizioso piano di riforme in linea con l’Agenda Ursula, indicandone anche i costi. Poi lo presenta come Nota aggiuntiva al programma di Stabilità che tutti i Paesi devono sottoporre a Bruxelles nel mese di ottobre. Come reagirebbe la Commissione? È difficile che ci risponda con un no secco. Vorrà sicuramente essere sicura che non si tratti di una richiesta opportunistica, come è già avvenuto in passato. Chiederà assicurazioni su contenuti e tempi delle riforme, forse vorrà essere coinvolta nel monitoraggio e nella valutazione in corso d’opera. Inoltre si aspetterà che la legge di Stabilità per il 2020 si allinei alle raccomandazioni di politica economica e sociale ricevute dall’Italia lo scorso giugno (ad esempio rivedere quota 100 e il reddito di cittadinanza, per renderlo più efficace). (...)"

sabato 3 agosto 2019

Allarghiamo Il Castello

Impressione mia, magari i sondaggi e simulazioni varie sono fatte meglio di quanto io pensi: si continua a fare calcoli di voti e proiezioni di consenso "rassegnandosi" a una base elettorale sempre più stretta.

Forse c'è un'Italia né "buonista" né "cattivista" (per semplificare al massimo) che attende di essere rappresentata.

Forse c'è un'Italia che sarebbe capace di affrontare le sfide del futuro senza paura (o governando gli inevitabili timori che sorgono di fronte alle incognite della vita), se trovasse interlocutori politici che siano capaci di coinvolgerla, senza cercare "rottamazioni", "ruspe", illusioni varie.

L'attuale "principe" sembra re perché il castello si è fatto piccolo. Allarghiamo i confini, ridisegniamo le mura e il fossato, e il trono vacillerà: le bande rumorose dei prepotenti, forse, torneranno al silenzio.

FMM

Testo originariamente pubblicato qui:

Alcune Riflessioni

Riflessioni su cose successe in questi giorni.


1. Lasciamo le indagini a chi deve fare le indagini.


2. Grave bendare un arrestato e far girare le immagini, ma se - sottolineo se - la cosa è stata limitata a pochi minuti e se non ci sono state ulteriori forme di pressione, forse parlare di "gravissime lesioni dei diritti" o addirittura di "tortura" non appare totalmente congruo, anche se è inevitabile che appaiano timori in questo senso.
2.1. Comunque ottima cosa che l'Arma abbia immediatamente reagito a livello istituzionale per stigmatizzare un comportamento comunque sbagliato. Pessima cosa che il ministro e la forza politica di riferimento abbiano invece sottovalutato apertamente il fatto, e denigrato gli scrupoli garantisti; se da un lato è esagerato forse parlare di tortura, dall'altro è appunto necessario che le istituzioni reagiscano in maniera equilibrata e capace di rassicurare tutti i cittadini.

3. Benvenute tutte le visite dei parlamentari in carcere, nei confronti di chiunque; sarebbe bene che fossero fatte anche più di frequente e non solo nei casi più "eclatanti", con il rischio che appaiano gesti troppo legati a dinamiche politiche contingenti. Sono sicuro che ci sono già parlamentari che operano nel silenzio.
3.1. Tentiamo di parlare con più serenità e rigore delle pene detentive, del modo in cui vengono trattenute le persone anche quando non ancora condannate, e via così dicendo. Tentiamo di farlo tenendo conto dei diritti sacrosanti dei detenuti - in realtà di ognuno di noi -, ma facciamolo sapendo che l'argomento è difficilmente gestibile a livello di opinione pubblica, e per questo va presentato non in modo "spot" e senza soluzioni facili (come amnistie, indulti, etc)

4.Attendiamo esito indagini e processi

5. (a latere) W la prescrizione, che è clausola forse imperfetta, ma che appunto ci tutela anche da una giustizia più che imperfetta e troppo lunga, e che rende evidente anche dal punto di vista simbolico che la nostra giustizia è giustizia umana, non divina.

6. Non amo il giornalismo che sta al seguito dei potenti anche nei momenti quotidiani, credo ci debba essere un momento di "stacco" anche per queste figure (che forse se lo vogliono possono anche trovare luoghi più appartati, per evitare di essere seguiti)
6.1. Sono però inaccettabili le reazioni di ministro e di alcuni uomini al suo seguito (non mi è chiaro se facenti parte delle forze dell'ordine) atte a "bloccare" un giornalista, o a denigrare o addirittura intimidire la stampa.

7. Inaccettabile il linguaggio volgare e razzista in bocca a persone che rappresentano le istituzioni di uno Stato. C'è il gravissimo rischio di legittimare atteggiamenti violenti da parte delle persone, e comunque si crea un clima non sereno e pesante nel Paese. Il "principe" non può provocare disordine, altrimenti viene meno al suo primo dovere, e autodistrugge la sua stessa legittimità.

8. Speriamo di non dover di nuovo vedere "guerra" e "guerriglia" fra noi. Abbiamo già visto momenti terribili in questo paese, è necessario evitare a qualsiasi costo la degenerazione dei rapporti civili e politici.

FMM