Mi scuso per l'autocitazione, ma oggi credo sia giusto riprendere il ragionamento cha già si è fatto in questo blog; anche per capire come le dichiarazioni di Monti non siano una sorpresa, ma il necessario sviluppo di una coerente filosofia di governo, segnata dalla netta distinzione fra azione delle parti sociali e azione della politica. Questo non significa svuotare la politica, ma ridare ad essa una nuova dignità.
"(...)Questo governo ha il merito di restituire la parola alla politica; (...) anche per quanto riguarda la riforma del lavoro, sotto alcuni aspetti è stato dato maggior peso alla richiesta di modifiche provenienti dalla forze politiche, piuttosto che al colloquio con le forze sociali, comunque ascoltate nelle settimane precedenti. Questo passaggio in particolare non poteva che creare forti tensioni: di fatto si è messa in discussione la costituzione materiale di questo paese che prevedeva una centralità sindacale nei passaggi legislativi di riforma del lavoro. Una "ferita" - perché comunque una ferita è stata - che va ripresa in futuro, rielaborata, e superata, perché forse superato è quel modello di concertazione. Forse non del tutto, ma certo in parte sì. I dubbi che in molti hanno espresso sulla posizione della Camusso contro l'intervento di Fornero in Alenia sono un segno che dovrebbe far capire ai sindacati confederali (...) che quella concezione non sta più in piedi, che i rapporti classici di mediazione sociale sono saltati: non lo diciamo con piacere, perché la grande confusione sotto il cielo della politica e della società aumenta il disagio dei cittadini, e la sofferenza di lavoratori e imprese; abbattere vecchi riti politici è forse giusto (anche se a volte viene fatto con troppa facilità e con troppa disinvoltura, va detto), ma certo lascia scoperte molte domande di rappresentanza. Epperò è un dato di fatto che quelle forme non riescono più a rappresentare tutti. Anche per questo l'azione di Monti ridà parola alla politica: perché la pone di fronte all'ineluttabilità di nuove scelte.(...)" Le speranze facili, le speranze difficili
Francesco Maria Mariotti
L'Italia si trova ad affrontare «un percorso di guerra durissimo». Lo ha detto il Presidente del consiglio Mario Monti intervenendo all'assemblea dell'Abi. In ogni caso ha compiuto «progressi sul disavanzo pubblico per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013». Il premier ha colto l'occasione per criticare alcune forme di concertazione spinta. «Mi auguro -afferma- che tutte le parti sociali si ispirino all'atteggiamento di collaborazione» ma le parti sociali «debbano restare parti, ed essere viste dalla società come parti vitali e parti importanti, ma non soggetti nei confronti dei quali il potere pubblico dia in outsourcing responsabilità politiche». Quindi il passaggio più diretto: «Esercizi profondi di concertazione in passato» con le parti sociali «hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli e nipoti non trovano facilmente lavoro».(...) "Per l'Italia un percorso di guerra"
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