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mercoledì 16 marzo 2016

Il bambino non è un oggetto ma un soggetto di diritti (Claudio Magris)

Segnalo un articolo di Claudio Magris; mi sembra utile per riflettere su una questione su cui si è dibattuto molto nei giorni scorsi, con toni a volte eccessivi e con "armi retoriche" spesso discutibili. 
​Buona lettura
Francesco Maria​

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"(...) Diritti e desideri. 

Ogni desiderio, se è forte, chiede, esige di essere appagato, e in questa tensione, qualsiasi sia il desiderio, c’è uno struggimento, una nostalgia dolorosa che sono parte essenziale della nostra persona. Possono tutti essere riconosciuti per legge? Anche l’incesto può essere brutale violenza ma anche passione umana, come ci hanno raccontato tante umanissime storie di vita vissuta e tanta grande letteratura. In Svezia, anni fa, un fratello e una sorella avevano chiesto di sposarsi, cosa che non fu loro concessa e non credo solo per timori eugenetici, che potrebbero comunque venire in vari modi aggirati. Freud — per tali ragioni pure duramente attaccato — ci ha insegnato che con la sublimazione di certi desideri, ad esempio ma non solo quelli edipici, con la loro trasformazione in un’altra forma di amore, ha inizio la civiltà. È una sciagura sublimare troppo, ma lo è anche non sublimare nulla. Si è visto nella famiglia tradizionale un nucleo dell’antropologia civile. La famiglia tradizionale può essere e molte volte è stata anche violenta, soffocante e nemica del libero sviluppo della persona. È ovvio che persone capaci di intelligente e attento amore possano far crescere un bambino meglio di genitori carnali incoscienti e snaturati o anche solo ottusamente incapaci di intelligente amore.

L’amore omosessuale può essere elevato o turpe al pari quello eterosessuale. Basta aver letto Il Grande Sertão di João Guimarães Rosa per sapere e capire che ci si innamora non di un sesso, ma di una persona. Ma gli antichi Greci celebravano l’amore omosessuale proprio per il suo rapporto anche spiritualmente diverso con la generazione, con la radice duale dell’umanità. (...)"


lunedì 9 settembre 2013

Il Cannone Santo e La Nascita Di Israele (Claudio Magris sul Corriere della Sera)

(...) Ricordiamo dunque, a chi prende sottogamba la legge e deride chi esige il suo rispetto, una storia che segna, anche simbolicamente, la nascita dello Stato di Israele. Nel giugno del 1948 una nave, l’Altalena, parte da Port de Bouc con 900 volontari e molte armi e munizioni destinate a Israele! divenuta Stato poche settimane prima. E un momento drammatico per Israele, che è in guerra e ha molto bisogno di uomini e di armi, perché è in gioco la sua sopravvivenza. Arrivato alla meta, il capitano della nave esige che un’ingente quantità di armi e munizioni sia consegnata ai reparti dell’Irgun — l’organizzazione militare estremista ebraica, cui apparteneva con funzioni eminenti Begin — anche se formalmente sciolti e incorporati nello Tzahal, le nuove Forze armate di difesa di Israele. Ben Gurion, a capo del governo, non prende nemmeno in considerazione la pretesa, perché, replica, è il governo a decidere l’uso delle armi e ordina alla nave di consegnarle. Al rifiuto del capitano ovvero all’illegalità e alla ribellione che vogliono essere riconosciute come interlocutori — come ad esempio tanti anni dopo le Brigate rosse o, in forme non eclàtanti, bensì subacquee, talora la mafia — il governo israeliano, dopo inutili avvertimenti, risponde bombardando la nave carica di armi di cui esso ha tanto bisogno e mitragliando l’equipaggio, i marinai venuti a combattere per Israele contro gli arabi. Ben Gurion, alla Knesset — il Parlamento israeliano — parla del «cannone santo» che ha stroncato la rivolta, impedendo così che il nuovo Stato nasca bacato dal compromesso col marciume dell’illegalità. Come scrive lo storico israeliano Eli Barnavi, «Altalena in qualche modo è per Israele il biglietto d’ingresso fra gli Stati». (...)