Il medico ha il dovere di informare. Di garantire alla paziente che richiede un aborto tutti i certificati necessari, di dare i consigli adeguati. Non solo: è tenuto alla prescrizione dei contraccettivi, pure "post-coitali". Insomma: se per legge può rifiutarsi secondo coscienza di operare un'interruzione volontaria di gravidanza, non può sottrarsi al suo compito di cura all'interno dei consultori familiari. Lo ha messo nero su bianco, per la prima volta, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, in un decreto da lui firmato sulla riorganizzazione dei servizi medici per la salute della donna.
"Una simile pace dovrebbe permettere a tutti gli uomini di navigare senza impedimenti oceani e mari." (Carta Atlantica, 14 agosto 1941)
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mercoledì 25 giugno 2014
domenica 30 marzo 2014
Sul presunto rapporto tra vaccini e autismo
Un appello importante de Le Scienze - segnalato fra gli altri anche dal CIPMO - contro il rischio di regresso sul problema della vaccinazione.
Contro le campagne dettate da paura e superstizione, paura e superstizione che per la verità trovano spazio anche per l'incapacità degli scienziati e forse soprattutto di molti espondenti della medicina più alta a farsi vicini umanamente alle sofferenze, ad ascoltare e non solo a trattare le persone come "casi".
Purtroppo è anche vero che spesso chiediamo alla medicina risposte che non può dare; in questo c'è uno spazio e nu tempo di "autoeduzcazione" che ognuno di noi deve darsi, per poter evitare di chiedere rispote impossibili, magari "di senso" ("perché proprio a me?") che non possono essere date dagli scienziati, ma solo dalla propria coscienza.
Ciò detto, aderisco convintamente all'appello. Di seguito anche una breve rassegna stampa sulla questione.
Meno speranze di guarigione ci sono, più certi medici diventano potenti. «Lo so, lo so, non è cambiato niente, dopo quella “cura naturale”. Però mettetevi nei miei panni, l’Asl mi ha detto: si tenga suo figlio autistico così com’è. Al massimo, le prescriviamo un ansiolitico». E lei, signora, cosa ha fatto? «Ho sbattuto la porta in faccia al dottore dell’Asl. Sono andata a casa, ho cercato su Google: vaccini e autismo. Subito salta fuori il nome di Massimo Montinari. Sono andata da lui. A quell’epoca riceveva all’American Hospital di Roma».
Lui è grande e grosso, un dottore con il vocione e la divisa da poliziotto. Si è arruolato a quarant’anni, ma non ha mai lavorato sulla strada. Ufficialmente, gastroenterologo. Fa il medico della polizia, al Reparto Mobile di Firenze. Fa, soprattutto, quello che promette, speranze ai genitori dei bambini malati di autismo: «Ti ascolta. Ti lascia sfogare fino alle lacrime. Ha buona capacità oratoria. Ti ripete frasi come: “I nostri bambini, i nostri bambini...”. Dice: “Ne verremo fuori”. Come fosse un problema suo. Lo vedi così autorevole, che vuoi credergli.(...)
La decisione della procura di Trani di aprire un’indagine sui possibili effetti del vaccino MPR contro morbillo, parotite (gli “orecchioni”) e rosolia sta facendo molto discutere, e ha suscitato una dura reazione della comunità scientifica in Italia. Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia di una coppia di genitori, secondo i quali i loro figli sono diventati autistici dopo la somministrazione del vaccino. Alla base della denuncia c’è un vecchio e fraudolento studio scientifico del 1998, da tempo smentito da tutte le più importanti organizzazioni sanitarie del mondo compresa l’OMS e ritirato dalla stessa rivista The Lancet, che lo aveva pubblicato alla fine degli anni Novanta. Il timore è che le nuove indagini possano portare a una riduzione dei vaccini in Italia contro parotite, rosolia e morbillo, malattia che può avere complicazioni molto gravi.(...)
La contestata ricerca di Wakefield del 1998 fu sostanzialmente affossata insieme alla reputazione del medico nel febbraio del 2004, quando il giornale britannico The Sunday Times pubblicò un’inchiesta dove si dimostrava un conflitto d’interessi del ricercatore, che aveva ricevuto 55mila sterline da un gruppo di persone alla ricerca di prove sulla presunta dannosità del vaccino MPR per una causa legale da portare avanti. Wakefield si difese dicendo di avere ricevuto quel denaro per un’altra ricerca, ma a quel punto gli editori di The Lancet dissero chiaramente che l’autore dello studio avrebbe dovuto fare presente il suo conflitto d’interessi prima di proporre il suo lavoro per la pubblicazione.
Altre inchieste negli anni seguenti accusarono Wakefield di avere falsato diversi dati e di averne omessi altri, per portare elementi a sostegno della sua tesi sull’autismo tra i bambini vaccinati. Il General Medical Council (GMC), che nel Regno Unito controlla la professione medica, avviò un’indagine contro Wakefield, accusandolo di avere agito “disonestamente e irresponsabilmente”, conducendo test non regolari e agendo sotto un grave conflitto d’interessi.
In seguito agli sviluppi del caso, nel febbraio del 2010 The Lancet fece una cosa con pochi precedenti: ritirò completamente e integralmente lo studio che aveva pubblicato nel 1998 da tutti i suoi archivi. Nel 2012 con una sentenza dell’Alta Corte britannica, Wakefield fu radiato e gli fu vietato di proseguire la professione medica.(...)
Semmai ci fosse (ancora) bisogno di verificare il peso e l’influenza della cultura scientifica in Italia, ecco arrivare, da una parte, le dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Trani, balzato agli onori delle cronache per aver avviato un’indagine sul possibile legame tra vaccino trivalente e autismo. Dall’altra, le notizie su una prossima discesa in campo di diverse Procure, indifferenti ai pronunciamenti di esperti, autorità sanitarie, dello stesso ministro della salute, che hanno ribadito come manchi, allo stato attuale, ogni evidenza scientifica per sospettare un nesso di causa-effetto.
Ogni richiamo, ogni appello alla ragionevolezza ha avuto lo stesso ascolto delle proverbiali prediche di San Giovanni Battista nel deserto. Di certo non sembrano aver scalfito le certezze del procuratore di Trani che ha affermato di essersi basato - nientemeno – sul presupposto «che diverse sentenze del giudice del lavoro, competente per i risarcimenti, hanno accertato che esiste un nesso di probabile causalità». Aggiungendo di aver affidato la scelta dei periti ai carabinieri del Nas che si rivolgerà a «esperti di profilo internazionale e assoluta imparzialità». Affermazione che lascia indovinare, perlomeno, una mancanza di fiducia nel rigore e nell’obiettività di quelli che hanno condotto una mole di ricerche indipendenti in tutto il mondo, senza riuscire a trovare nessun legame tra vaccini e insorgenza della malattia. Continuano, intanto, a imperversare sul web i leader di movimenti anti-vaccinazioni che gridano al complotto delle multinazionali farmaceutiche. Mentre si levano le voci di avvocati che plaudono alla giustizia penale che si è «accorta» della correlazione potenziale vaccini-autismi. Spunta persino un’inedita specializzazione in «diritto sanitario minorile», qualunque cosa voglia dire.
Il caso aperto dall’inchiesta della Procura di Trani non è certo il solo a chiamare ad una riflessione su quello che è successo, su cosa sta succedendo tra scienza e magistratura, tra medicina e giustizia.
mercoledì 7 agosto 2013
Pro-Test Italia Si Rivolge Al Presidente Napolitano
Dal sito dell'Associazione Pro-Test traggo e condivido quanto segue
FMM
FMM
L’associazione Pro-Test Italia si è rivolta, nei giorni scorsi, direttamente al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ecco il testo della nostra lettera.
Leggi il resto qui http://protestitalia.wordpress.com/2013/08/06/pro-test-italia-si-rivolge-al-presidente-napolitano/Illustrissimo Presidente,Sono Daria Giovannoni, Presidente dell’associazione no-profit Pro-Test Italia, nata a difesa della ricerca biomedica, e le scrivo riguardo l’ennesimo tentativo di svalutazione della ricerca in Italia.
Mi rivolgo a Lei come garante ultimo del diritto all’istruzione, alla salute e alla ricerca, chiedendo che l’articolo 13 riguardante il recepimento della direttiva europea 2010/63/UE (C. 1326 alla Camera dei Deputati) sulla sperimentazione animale venga rivisto completamente, alla luce delle numerose considerazioni esposte sia da noi che dalla comunità scientifica internazionale.Non mi voglio soffermare sul fatto che questo articolo vada conto la direttiva dell’Unione Europea, che ben ha saputo mediare tra le richieste degli animalisti e i bisogni della ricerca, ponendo il nostro Paese in infrazione e di conseguenza costretto a nuove multe che non possiamo permetterci; bensì Le esprimo la nostra preoccupazione per le conseguenze che questo articolo porterà nel nostro Paese.Non troviamo assolutamente accettabile che venga leso il diritto degli studenti a una preparazione completa ed avanzata, all’essere formati come professionisti competitivi in un contesto europeo. Questo articolo infatti incentiva ancora di più la “fuga dei cervelli” che da ormai troppo tempo interessa i nostri giovani laureati.Non solo, le incredibili limitazioni alla ricerca porteranno l’Italia a non poter più svolgere la cosiddetta “ricerca di base” e di conseguenza verrà a mancare la “ricerca biomedica”.
Per un punto della situazione leggi qui: http://protestitalia.wordpress.com/2013/08/02/recepimento-direttiva-sulla-protezione-degli-animali-da-esperimento-facciamo-il-punto/
venerdì 21 dicembre 2012
Epidurale garantita a tutte le donne
L’epidurale per il parto indolore sarà garantita in Italia a tutte le donne. Senza più differenze fra ospedale e ospedale o tra Regione e Regione.
La rivoluzione dei Lea, i livelli minimi di assistenza per i cittadini, ora in fase di revisione, prevede l’inserimento di questa metodica, diffusissima in molti Paesi europei, ma che da noi non ha mai avuto vita facile.
Primo, per questioni legate alla nostra cultura: il biblico «partorirai con dolore» ha condizionato molte donne, limitando in qualche modo l’accesso alla tecnica. Secondo, perché anche una certaconcezione «naturalistica» del parto ha contribuito ad allontanare le partorienti da quella che è considerata, da alcuni, un’eccessiva medicalizzazione della nascita.
Ognuno può pensarla come vuole: adesso, però, la sanità italiana offre a tutte questa opportunità. (...)
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