Visualizzazione post con etichetta unioni civili. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta unioni civili. Mostra tutti i post

martedì 24 marzo 2015

Costruire Una Base Solida Sulle Unioni Civili (Mara Carfagna)

"(...) E a proposito di pregiudizi ce n’è uno contro questa iniziativa, contro iniziative di questo genere, che viene diffuso ad arte da chi evidentemente impedisce da anni che questo dibattito possa avere uno sbocco legislativo, che viene diffuso ad arte da chi cavalca strumentalmente queste questioni ed è proprio per questo che io voglio immediatamente sgombrare il campo da un equivoco di fondo: qui, oggi, in futuro nelle nostre intenzioni, non c’è nessuna volontà di produrre un attacco alla famiglia naturale fondata sul matrimonio. Non stiamo togliendo qualcosa alla famiglia, per darla alle coppie omosessuali, stiamo parlando di riconoscere diritti, a chi diritti non ne ha. Non stiamo promuovendo un nuovo modello di società , stiamo parlando di riconoscere quei diritti che in altri paesi del mondo , soprattutto in altri paesi europei, sono ampiamente riconosciuti, e che le altre Corti ci invitano a riconoscere senza che questo voglia dire costruire un modello, un’istituzione giuridica alternativa alla famiglia. Quindi che questo sia ben chiaro, e sgombriamo il campo da questo equivoco di fondo che ha ideologizzato ed estremizzato il dibattito in tutti questi anni, e che ci ha impedito di arrivare anche soltanto ad un confronto sereno.

C’è un’altra notizia che ho letto in questi giorni e che mi fa sorridere, se non ci fosse da piangere, per quanto è seria. Perché c’è chi ad esempio sostiene che di fronte all’avanzata dell’Isis, noi abbiamo il dovere di rafforzare la nostra identità e la nostra civiltà. Certo, ovvio, giusto, ma per alcuni rafforzare la nostra identità, significa dire si al matrimonio e no alle unioni omosessuali, senza ricordare che forse per contrastare quel modello che l’Isis propone dobbiamo contrapporci a chi gli omosessuali li butta dalle torri.(...)

Come si fa allora a riconoscere questi diritti fondamentali? Significa ad esempio fornire certezze sulla eredità, significa fornire certezze per quanto riguarda la possibilità di subentrare nel contratto di locazione, significa fornire certezze per quello che riguarda l’assistenza sanitaria, l’assistenza penitenziaria, la pensione di reversibilità, significa fornire certezze per tutto quello che riguarda l’obbligo di assistenza morale e materiale, significa riconoscere diritti a cui corrispondono doveri , responsabilità, il tutto all’interno di una unione omoaffettiva pubblicamente riconosciuta. Questo è il binario all’interno del quale noi abbiamo intenzione di muoverci considerando il nostro, un punto di partenza. Una base x il dialogo che noi non crediamo sia una soluzione minimalista. Quando in ballo ci sono così tante posizioni, così tante sensibilità, bisogna provare a fare un lavoro di sintesi altrimenti succede quello che è successo in questi 15 anni, non si ottiene nulla. Bisogna essere ambiziosi sono d’accordo, ma bisogna ogni tanto provare a costruire una base solida su cui poi provare ad elevare tutto il resto(...)"


domenica 22 marzo 2015

Unioni civili, una nuova sfida (Mara Carfagna su HuffingtonPost)

Interessante articolo di Mara Carfagna.

Continuo a pensare che su questo tema ci sia - già oggi -un consenso generale su una "legislazione minima ma efficace" che potrebbe portare effettivi diritti, al di là dei "nomi" che vogliamo dare (matrimonio, unione civile, etc), a tutte le donne e tutti gli uomini di questo paese.


FMM



"(...) Tutto questo è in contrasto con la tutela della famiglia naturale fondata sul matrimonio? Personalmente, non credo. Come donna di destra, credo invece che sia compito della politica dare forma ai cambiamenti della società stabilendo le regole e il perimetro di un sistema condiviso di diritti e doveri. Come donna di destra ritengo che la famiglia fondata sul matrimonio vada difesa e sostenuta, ma ritengo che chi usa questa argomentazione come alibi per non affrontare il tema delle coppie gay, lo fa strumentalmente o in mala fede. Veramente si crede che riconoscere diritti a chi non ne ha, e farlo all'interno di un perimetro ben definito che non preveda equiparazione tra coppie gay e matrimonio omosessuale, significhi compromettere la solidità e la centralità della famiglia? Sul serio si pensa che non regolare una realtà già così ampiamente diffusa sia un modo per difendere la famiglia?
La famiglia va sostenuta fiscalmente, economicamente, per esempio aiutando le donne e le mamme che lavorano e che spesso non fanno figli perché non hanno un welfare adeguato. La famiglia si aiuta offrendo opportunità ai giovani affinché abbiano la possibilità di immaginare un futuro, in cui anche loro un giorno potranno diventare madri e padri.
Ma pensare che regolamentare ciò che già esiste, significhi produrre un attacco alla famiglia è un modo un po' superficiale per affrontare la questione con le lenti dell'ideologia e del pregiudizio.

Dire, sostenere, io sono di destra, quindi sono a favore della famiglia e contro le unioni gay è come arrendersi ad essere fermi al medioevo della politica. E noi non vogliamo arrenderci, vogliamo accettare la sfida della modernità, ma senza cedimenti e rispettando i nostri valori,quelli di un centrodestra moderno, liberale ed europeo.

Riguardo alle coppie omoaffettive l'Italia ha finora fallito. Abbiamo davanti una realtà, ancorché minoritaria - l'esistenza di unioni stabili tra persone dello stesso sesso - ma a differenza di tutto il resto d'Europa l'abbiamo ignorata. Abbiamo fatto finta che non esistesse. Abbiamo lasciato questa realtà nel vuoto legislativo, che è la peggiore delle condizioni proprio perché alimenta equivoci, abusi, distorsioni e problemi ai singoli e alle Istituzioni.(...)