(...) Kenneth Rogoff, noto per essere stato un bravo economista al Fini e alla Fed di Washington, ricorda agli europei, e quindi agli italiani, che l'eurozona non è un'area monetaria ottimale e, quindi, non può essere oggetto di una politica unica, alla tedesca; cita Bob Mundell, il Nobel che meglio di tutti ha approfondito il trattamento di queste aree difettose, nonché James Meade, che ha sottolineato quanto sia indispensabile il libero movimento della forza lavoro per correggere gli effetti negativi della non ottimalità, e Peter Kenen, che ha sostenuto l'indispensabilità della flessibilità dei cambi per assorbire gli shock esterni, e Maurice Obstfeld, il quale ha sottolineato «che, oltre ai trasferimenti fiscali, un'unione monetaria richiede regole chiare per il prestatore di ultima istanza».
Tutte cose che mancano nell'euroarea inducendo Rogoff a dire che «L'Europa potrebbe non diventare mai un'area valutaria ottima, sulla base di qualsiasi standard»; e conclude che «senza un'ulteriore integrazione politica ed economica, che forse potrebbe non includere tutti gli attuali membri della zona euro, l'euro potrebbe addirittura non farcela, anche entro la fine di questa decade».(...)
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