Ascoltando i telegiornali di questa sera, si aveva la strana impressione che il nostro paese fosse ripiombato indietro di qualche mese, con spread a livelli molto alti e tensioni politiche casalinghe tutte giocate nelle dinamiche fra partiti (oggi in particolare all'interno della Lega).
Forse è il caso di mantenere la calma, e tentare di non seguire i giornalisti e i mercati nella loro ansia del minuto per minuto.
Certo, secondo alcuni commentatori i mercati avrebbero già condannato il governo Monti, e (tra l'altro) l'eccessiva titubanza nella riforma del lavoro. Mi pare un po' eccessivo fare una valutazione del genere; lo sguardo è probabilmente più ampio, legato a dati che non riguardano solo l'Europa, ma che naturalmente colpiscono il nostro continente perché più debole, o meglio più fragile (intendo cioè dire teoricamente non debole, ma con una struttura ancora in formazione).
Il discorso è sempre lo stesso, e se leggiamo come scossone casalingo un terremoto che è di più ampia portata rischiamo di fare fatiche inutili: fino a che i mercati non vedranno e sentiranno l'Europa come una comunità politica coesa, e quindi un Qualcosa/Qualcuno che sta dietro la Moneta e che può garantire i debiti dei singoli membri, sarà naturale per la speculazione vedere un bersaglio facile nei singoli paesi europei, a difesa dei quali non arriverà mai la risposta forte che sarebbe necessaria.
I Cattivi di questa recita - posto che di Cattivi si tratti, ma prendiamo per buona questa narrazione forse troppo semplificatoria - ci stanno inseguendo sapendo che il guadagno è facile, e il rischio è poco. Il Fondo Salva Stati è sicuramente inadeguato alle potenzialità di un gioco che ha leve elevatissime. Sono pochi carri armati, e anche un po' insicuri, di fronte a un esercito che ti salta addosso da punti diversi. Una guerra asimmetrica e perdente (per noi). A meno che...
Lo si è detto da più parti, e ormai lo abbiamo imparato. A meno che non arrivi la BCE e dica chiaro e tondo: garantisco io; e giochi pesante sul mercato, facendo piangere gli speculatori.
Ma questa azione il Generale Draghi non può deciderla da solo; ha già fatto azioni in avanscoperta parecchio azzardate, e non può assumersi la responsabilità di una decisione che monetariamente è l'equivalente di una bomba atomica.
Lo può fare se c'è un Presidente che dice: "Ora!", se c'è un'Autorità politica Una e Indivisibile che significhi al mondo "L'Europa c'è, e non è in svendita".
Siamo ancora lontani da una situazione del genere; ma il paradosso positivo della tensione di oggi, è che a questo punto - quando anche la Spagna non riesce più a difendersi - siamo sempre più costretti a muoverci all'unisono. Per quanto molto imperfetto, il Fiscal Compact prende atto di questo, che siamo una realtà già de facto unita.
Ora va fatto il passo in più. O almeno gli Eurobond, che comunque richiedono e implicano una Unione più forte.
Ma sarà solo l'inizio. Perché per fare al meglio la Guerra dei Mercati, è necessario pensare alla pace (e crescita) futura.
Francesco Maria Mariotti
(Si consiglia: Riforme, ma quali? Perché il mondo va in ordine sparso (da FULM.org)
Francesco Maria Mariotti
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