L'intervista che Franco Bernabè ha rilasciato oggi al Corriere è molto interessante, per due motivi:
1. si segnala ancora una volta la necessità di un ripensamento in tempi strettissimi del ruolo della BCE, ormai punto necessario di un "rottura" dell'ordinamento costituzionale europeo, che costringa i governi europei a dare una soluzione politica alla crisi finanziaria: una Banca, una Europa.
2. è motivo di riflessione la difesa del metodo della concertazione: sono necessarie riforme radicali dell'ordinamento economico e politico italiano, ma questo paese deve costruirle con un percorso il più possibile unitario; non è possibile aprire in questo momento una fase di conflitto. La politica deve saper ridefinire un nuovo patto sociale; un patto, comunque; quindi non la vittoria di una parte del paese contro l'altra, non il prevalere di una generazione contro l'altra. I veri riformatori non gridano contro parti della società, ma costruiscono.
Soprattutto su questo punto è il caso di riflettere, in un momento in cui ogni cittadino rischia di convivere con la paura: è necessario che la politica ritrovi la capacità di raccontare il senso del nostro stare assieme.
Può sembrare paradossale, ma oggi i tecnici e i grand commis sembrano più consapevoli dei politici della necessità di dire parole di unione e non di divisione.
Francesco Maria
(...) «La crescita non viene da ricette miracolose. Non dalla vendita delle caserme, dalla patrimoniale o dalla soppressione dell`articolo 18. C`è una domanda interna da salvaguardare. E la ripresa non verrà nemmeno dalla ricerca di una contrapposizione tra sedicenti riformisti e presunti conservatori. Verrà da un vasto numero di riforme strutturali, dal duro lavoro giorno per giorno, e dalla condivisione di questa fatica tra le persone e ì ceti sociali che il governo deve favorire dando anzitutto esempi di serietà e poi costruendo l`unità del Paese. Giusto per capirci in Telecom gli accordi li ho fatti anche con la Cgil. E sono buoni accordi: riduzione dei costi e difesa del potere d`acquisto delle persone»
Meglio la concertazione di Ciampi delle sfide di Marchionne?
«Ciampi ha salvato l`Italia e l`ha portata nell`euro. L`Italia non ha bisogno di contrapposizioni ideologiche ma di un lavoro solidale di tutte le forze sociali» (...)
Come mai il Giappone, che un debito pari al doppio del Pii e una crescita inferiore a quella italiana, vive sereno?
«Perché il risparmio giapponese, elevatissimo, è investito nei titoli del proprio Paese e tutti sanno che, ove occorresse, la Bank of Japan stamperà tanti yen quanti servono a battere la speculazione. Lo stesso possono fare la Federal Reserve e la Bank of England. La Bce no».
I Trattati lo impediscono.
«È così, ma Roosevelt diceva che quando la casa del vicino brucia non gli chiedi un deposito cauzionale sull`idrante ma corri a spegnere l`incendio se non vuoi che bruci anche la tua. I Trattati andranno interpretati in attesa di aggiornarli»
Facile a dirsi. Ma che fare?
«Ci vuole un governo credibile almeno sul medio periodo, perché la crescita avrà bisogno di tempo, e capace di negoziare autorevolmente con gli altri Paesi per convincere la Germania che è necessario avere un vero prestatore di ultima istanza che assicuri la necessaria liquidità ai debiti pubblici» (...)
Facile a dirsi. Ma che fare?
«Ci vuole un governo credibile almeno sul medio periodo, perché la crescita avrà bisogno di tempo, e capace di negoziare autorevolmente con gli altri Paesi per convincere la Germania che è necessario avere un vero prestatore di ultima istanza che assicuri la necessaria liquidità ai debiti pubblici» (...)
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