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giovedì 8 agosto 2013

Marcinelle, Europa

Marcinelle: la tragedia richiama ad una riflessione ancora attuale sui temi della piena integrazione degli immigrati e della sicurezza nei luoghi di lavoro

"Desidero esprimere sentimenti di ideale vicinanza a quanti partecipano alle cerimonie in ricordo della orribile sorte dei minatori, italiani e non, che persero la vita al Bois du Cazier 57 anni fa". Lo ha scritto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato in occasione del 57° anniversario della tragedia di Marcinelle.


"La commemorazione delle 262 vittime deve costituire - ha continuato il Capo dello Stato - potente richiamo ad una riflessione ancora attuale sui temi della piena integrazione degli immigrati così come su quelli della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il concreto accoglimento di queste istanze umane e civili e la piena affermazione di questi diritti fondamentali debbono essere perseguiti con la massima attenzione dalle istituzioni e da tutte le forze sociali".

"In questo giorno dedicato al ricordo del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, rivolgo - ha concluso il Presidente Napolitano - il mio pensiero di solidarietà ai familiari delle vittime della tragedia di Marcinelle e di ogni altra nella quale sono periti nostri emigranti".




mercoledì 8 agosto 2012

Marcinelle, Non Solo Memoria

Anche quest'anno il ricordo della tragedia di Marcinelle occupa poco spazio, nei nostri quotidiani, come nelle nostre giornate.
Come già scritto due anni fa, probabilmente concorrono a questa difficoltà di memoria vari elementi: il cadere estivo della ricorrenza, la non coincidenza con un particolare evento più "grande" (guerra, o simili).
Eppure, Marcinelle segna per certi aspetti un nodo della memoria che dovremmo riscoprire, perché in qualche modo legato fortemente all'identità europea, e al suo farsi prima comunità economica, e poi politica.
Quelle vittime ci dicono qualcosa anche dell'oggi.

E forse nell'oggi dovremmo riscoprire molte verità del lavoro e dei lavori, "verità" (sia detto con molte virgolette e molta prudenza) che non sono legate a "diritti" intesi come garanzie di legge, e neanche a "sicurezza" intesa come legislazione e formazione (tutte cose necessarie, si badi, e a cui giustamente ci si richiama in genere in questa giornata).

C'è da riscoprire il senso del lavoro come possibilità di costruire un futuro diverso, come attività etica, fatta con gli altri, e non contro gli altri.
Il lavoro come fonte di coesione sociale.

L'Europa deve ricostruire questo senso, per onorare al meglio le vittime di Marcinelle.

Francesco Maria Mariotti

mercoledì 18 aprile 2012

Non c'è una sola via (Paolo Savona, FULM.org)

(...) Kenneth Rogoff, noto per essere stato un bravo economista al Fini e alla Fed di Washington, ricorda agli europei, e quindi agli italiani, che l'eurozona non è un'area monetaria ottimale e, quindi, non può essere oggetto di una politica unica, alla tedesca; cita Bob Mundell, il Nobel che meglio di tutti ha approfondito il trattamento di queste aree difettose, nonché James Meade, che ha sottolineato quanto sia indispensabile il libero movimento della forza lavoro per correggere gli effetti negativi della non ottimalità, e Peter Kenen, che ha sostenuto l'indispensabilità della flessibilità dei cambi per assorbire gli shock esterni, e Maurice Obstfeld, il quale ha sottolineato «che, oltre ai trasferimenti fiscali, un'unione monetaria richiede regole chiare per il prestatore di ultima istanza».
Tutte cose che mancano nell'euroarea inducendo Rogoff a dire che «L'Europa potrebbe non diventare mai un'area valutaria ottima, sulla base di qualsiasi standard»; e conclude che «senza un'ulteriore integrazione politica ed economica, che forse potrebbe non includere tutti gli attuali membri della zona euro, l'euro potrebbe addirittura non farcela, anche entro la fine di questa decade».(...)