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giovedì 21 novembre 2013

Libia: Secessione Petrolifera? (da Linkiesta)

L’instabilità libica sta avendo forti ripercussioni non solamente sul piano politico e della sicurezza ma anche sul fondamentale settore produttivo del paese, quello dell’energia. Dall’inizio di giugno 2013, l’estrazione di idrocarburi ha cominciato a subire gravi interruzioni. Il controllo delle infrastrutture e dei giacimenti di gas e petrolio è stato coinvolto nella battaglia per il predominio del paese. Si è arrivati a un estremo impensabile: alcune milizie della Cirenaica costituitesi sotto la sigla di “Bureau Politico della Cirenaica” (Pbc) e sotto la leadership dall’ex responsabile  delle guardie petrolifere della regione, il comandante Ibrahim Jathran, avendo il controllo di alcuni tra i più importanti terminal come quelli di Marsa el-Brega e Zuetina, hanno decretato la nascita della “Libyan Oil and Gas Corporation”. Si tratta di un’organizzazione preposta a vendere il petrolio e il gas della Cirenaica, con sede a Tobruk e con a capo Abd Rabbo al Barassi.
Del resto, in tutta la Libia il panorama petrolifero è deficitario, tanto che “mettersi in proprio” non sembrerebbe il peggiore dei mali. Secondo le statistiche del Middle East Economic Survey, nel solo mese di agosto – mese nel quale il crollo della produzione ha registrato livelli molto preoccupanti – sette impianti di estrazione su diciassette hanno fermato la produzione, mentre altri hanno avuto una forte riduzione perché oggetto di scioperi selvaggi da parte dei lavoratori del settore, delle guardie preposte al controllo delle infrastrutture o colpiti dai sabotaggi delle milizie armate. Complessivamente, nel mese di agosto si sono prodotti 980 mila barili al giorno in meno rispetto al volume previsto, mentre a settembre la produzione è crollata a circa 500 mila b/d – circa un terzo del livello di inizio anno, registrando il picco massimo di interruzioni non pianificate dal marzo 2011, quando i pozzi erano fermi a causa della guerra civile.(...)

giovedì 31 ottobre 2013

Milizie all’assalto del petrolio L’Italia teme la “fine” della Libia (da laStampa.it)

(...) Il governo italiano segue la situazione, e proprio la Libia è stata uno dei principali argomenti di cui hanno parlato Enrico Letta e Barack Obama nel chiuso dell’ultimo, recente incontro alla Casa Bianca: hanno concordato, data la delicatezza della situazione, di non dare «pubblicità» all’argomento, ma qualcosa è filtrato. L’Italia, per gli Stati Uniti, per la comunità internazionale, e per il retaggio di una storica influenza oltre che per la presenza di forti interessi nazionali, è in prima linea nella stabilizzazione della Libia. 

Operazione complessa e che passerà, si è deciso in quell’incontro nella Sala Ovale, per una Conferenza di pacificazione che si terrà a Roma nei primi mesi del 2014 (anche se non è chiaro se prima o dopo le elezioni per l’Assemblea in Libia). Ma Enrico Letta ha chiesto a Obama che l’Italia non sia lasciata sola nel difficile compito: quella Conferenza dovrebbe tenersi sotto l’egida della comunità internazionale, attraverso l’Onu. 
È l’unica via possibile, tentando di portare a uno stesso tavolo, in territorio amico, tutti i rappresentanti delle varie fazioni: tuareg, berberi, islamisti, divisi (e moltiplicati) per tribù e per le tre principali regioni, Tripolitania, Cirenaica e Fezzan.  

Uno degli ostacoli, è proprio nell’attuale premier provvisorio Ali Zidan: un governo troppo fragile per controllare il Paese, e fragile al punto che lo stesso premier è stato oggetto di un sequestro-lampo poche settimane orsono, e indebolito anche dall’esser diviso in due fazioni: i liberal-tecnocrati (come lo stesso Zidan) e gli islamisti della locale Fratellanza musulmana. Una Conferenza, quella di Roma che dovrà rovesciare i principi di quella precedente, di Parigi, che puntò tutto su «institution building» e giustizia: non ci si era accorti, evidentemente, che prima al Paese occorre un patto sociale e politico. Che fermi, anche, la possibile tripartizione del Paese, visto che la Cirenaica mira ad un’autonomia «federalista». (...)

http://www.lastampa.it/2013/10/31/esteri/milizie-allassalto-del-petrolio-litalia-teme-la-fine-della-libia-ejS9atsi3bM8VJNDqSst9K/pagina.html