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martedì 6 dicembre 2011

La conferenza stampa di Monti: una piccola rivoluzione...


Perché la conferenza stampa di Monti è stato un momento importante, anche al di là dei contenuti. Alcune riflessioni che mi paiono di grande interesse.

FMM

(...) Mi chiedo perché la politica non abbia mai saputo parlare in questo modo agli italiani. Monti con parole essenziali ha fornito ieri una spiegazione dicendo che lui e il suo governo, a differenza di chi l’ha preceduto, non hanno alcun interesse elettorale da difendere mentre i partiti guardano a ciò che può turbare il proprio elettorato. Tuttavia la differenza non è questa. Guai se immaginassimo che è in grado di governare solo chi rinuncia a rappresentare una parte ovvero che risponde a un elettorato. Quel che separa i governi di ieri da quelli di oggi è la sincerità. La politica di ieri aveva bisogno di creare santi e mostri, di rappresentazione camuffate della realtà. Questi invece dicono pane al pane e vino al vino. È questo bagno di verità che può cambiare la politica italiana se i suoi leader, quando toccherà a loro riprendere la guida del governo, sapranno mostrarsi altrettanto sinceri, disinteressati, temporanei.(...) Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/mambo/monti-continui-dire-la-verita-ed-eviti-porta-porta#ixzz1ffPu9X6a

La conferenza stampa di ieri sui contenuti della manovra è destinata a diventare uno dei momenti più importanti della storia recente delle nostre istituzioni. Oltre ad aver presentato riforme e provvedimenti di una certa entità, l’incontro di ieri ha anche mostrato un sensibile cambiamento nel modo di fare comunicazione rispetto al governo del fu PresdelCons. Gli interventi dei ministri sono stati tutti estremamente concreti, con una particolare attenzione per il dettaglio e la precisione, perché i giornalisti presenti capissero bene senso e forma delle misure, come ha dimostrato Piero Giarda quando è arrivato il suo turno. Quando ha preso la parola, il ministro per i Rapporti con il Parlamento e per l’Attuazione del programma ha sorpreso i giornalisti mettendosi a fare una specie di fact-checking di quanto avevano detto i suoi colleghi, correggendo i loro errori e ricordando le cose che avevano trascurato nella loro esposizione. Una pratica inusuale che ha contribuito a dare autenticità all’intera conferenza stampa, oltre che a dare un senso all’incarico di Giarda, in passato ricoperto da personaggi con comportamenti ben più astratti e fumosi. http://www.ilpost.it/2011/12/05/il-fact-check-del-ministro-giarda/

Va detto che Monti ha saputo rivolgersi agli italiani con il linguaggio alto e drammatico adeguato alla circostanza. Mai come stavolta si è avuta l'esatta percezione del «governo del presidente», forte della sua relazione speciale con il Quirinale, e dunque dei mutamenti intervenuti sulla scena pubblica. Sempre rispettoso verso il Parlamento, il premier si è riferito ai partiti (anzi, alla «politica») con il tono di un benevolo Lord Protettore che ha il diritto di non essere disturbato nel suo lavoro, perché grazie a lui le stesse forze politiche potranno ritrovare in futuro un rapporto positivo con i cittadini. di Stefano Folli - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/sk4Ne

martedì 15 novembre 2011

Libia: un'altra "missione incompiuta"?


E' veramente finita la guerra in Libia? Temo di no; temo che quanto si era detto - su quella che pareva essere una guerra senza orizzonte  - si stia rivelando vero, anche se non troppo pubblicizzato. Naturalmente tutti speriamo che il Cnt sappia conquistare un effettivo monopolio della forza nel paese, ma al momento attuale tale obbiettivo sembra ben lontano dall'essere raggiunto, tanto che dallo stesso governo libico è arrivata la richiesta alla NATO di rimanere almeno fino alla fine dell'anno. 

E' inevitabile che oggi la nostra attenzione sia rivolta all'emergenza economica, ma è il caso di riflettere su una politica estera - europea ed occidentale - che sembra sempre più in difficoltà nel discernere le informazioni, nel valutare le alleanze, nel definire i propri obbiettivi di medio e lungo periodo. 

Altrimenti le "guerre incompiute" rischiano di diventare un peso - politico, economico, e anche morale - molto rilevante per il nostro futuro.

Francesco Maria


(...)La spallata decisiva l’avevano data le tribù scese dalle montagne che circondano la piana di Tripoli, il Jebel. Una su tutte, tra le 140 che si dividono la Libia, i Wershifanna, che da allora controllano Al Maya. Al Zawiyah era passata invece alla cellula locale degli insorti, integrata nel Cnt, il Consiglio nazionale transitorio che ha sostituito al potere Gheddafi. Milizie, da riorganizzare secondo gli intenti del Cnt in un’armata nazionale regolare, destinate ad assicurare l’ordine, fermare saccheggi e vendette che ancora continuano, come ieri hanno notato «con preoccupazione» i ministri degli Esteri dell’Unione europea. Un lavoro duro, sporco e pieno di «incidenti». Ma ieri ad Al Maya c’è stata una battaglia in grande stile, a colpi di cannone, razzi anticarro e kalashnikov. Le milizie del Cnt hanno avuto la peggio. In tutto, sette morti.(...) La Libia è un bazar a cielo aperto con centinaia di depositi e caserme da riprendere prima che siano spolpate, tanto che il presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, ha auspicato che la missione della Nato continui «almeno fino alla fine dell’anno».(...)