giovedì 9 febbraio 2012

Un Mondo In Attesa Di Nuove Regole (da FULM.org)


Nella confusione di un mondo che va alla ricerca di nuovi equilibri geopolitici e geoeconomici, il Fondo Monetario Internazionale sembra l'unica istituzione che riesce a tenere ferma la barra del timone in direzione dello sviluppo, considerato indispensabile quanto la stabilità. Infatti, gli Stati Uniti danno preferenza allo sviluppo rispetto alla stabilità creando dollari in grande quantità e mantenendo, insieme al Regno Unito, il disavanzo di bilancio pubblico più elevato dopo Grecia ed Egitto. La Cina ha una politica simile, ma mantiene lo yuan-renminbi strutturalmente sottovalutato, discostandosi dalla filosofia del cambio che ha ispirato il FMI. L'Unione Europea assegna priorità assoluta alla stabilità fiscale e, per ora a chiacchiere, invoca la crescita, ma lascia il cambio dell'euro alla mercé del mercato. Questa è una vera coltura di crisi dagli sbocchi imprevedibili.

Che il FMI la pensi così e prema sull'Unione Europea è certamente merito dell'elegante avvocatessa francese che lo guida, Madame Lagarde, ma è anche l'erede della concezione di come funziona il sistema economico portata avanti da Lord Keynes. Nel 1971 gli Stati Uniti hanno demolito l'Accordo del 1944 (Bretton Woods, ndr) senza preoccuparsi di costruirne uno nuovo, convinti che il mercato fosse capace di curare ogni male, a cominciare da quelli che esso stesso crea. Il «liberi tutti» ha funzionato fino alla crisi dei mutui subprime smerciati come titoli derivati e il mondo ha riscoperto che moneta e finanza richiedono una continua vigilanza delle autorità. Nel settore reale, il mercato, se competitivo e globale, ha più capacità di autoregolarsi ma, se la politica non interviene, non sa raggiungere la piena occupazione.(...)

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