lunedì 20 febbraio 2012

UN PIANO PER LA CRESCITA IN EUROPA


Ci incontriamo a Bruxelles in un momento rischioso per le economie europee: la crescita è in una fase di stallo, la disoccupazione è in aumento, i cittadini e le imprese si trovano di fronte a delle situazioni che sono le più difficili tra tutte quelle incontrate da molti anni a questa parte. Mentre le principali economie concorrenti stanno uscendo ad un ritmo costante dal buio della recente crisi mondiale, la turbolenza dei mercati finanziari e l’onere del debito rendono molto più duro il percorso in salita verso la ripresa in Europa.

L’Europa ha molti asset economici fondamentali ma la crisi che abbiamo davanti è anche una crisi di crescita. Gli sforzi che ciascuno di noi sta intraprendendo per rimettere le nostre finanze nazionali su una base sostenibile sono essenziali, senza di essi non potremo gettare le basi per una ripresa economica forte e duratura. Ma è necessario agire anche per rendere moderne le nostre economie, costruire una maggiore competitività e correggere gli squilibri macroeconomici. Dobbiamo ricostruire la fiducia, tra i cittadini, le aziende ed i mercati finanziari, nel fatto che l’Europa sarà capace di crescere in futuro in maniera forte e sostenibile e di mantenere la propria parte di prosperità globale.

Abbiamo discusso di questi argomenti l’ultima volta che ci siamo incontrati ed è giusto riaffrontarli di nuovo. Partendo dalle conclusioni che abbiamo raggiunto in precedenza, è arrivato il momento di mostrare leadership e di prendere decisioni coraggiose che possano portare i risultati che i nostri popoli esigono. Accogliamo con favore i passi che si stanno intraprendendo, sia a livello nazionale che a livello europeo, per affrontare questa sfida e siamo impazienti di concordare futuri passi concreti nella nostra prossima riunione, concentrando l’azione su otto priorità chiare per rafforzare la crescita.

Innanzitutto, dobbiamo portare il mercato comune alla successiva fase di sviluppo, rafforzando la governance e innalzando gli standard di attuazione. Il rapporto della Commissione al Consiglio Europeo di giugno dovrebbe fissare delle azioni chiare e dettagliate necessarie per migliorare l’attuazione e rafforzare l’esecuzione.(...)

In secondo luogo, dobbiamo aumentare i nostri sforzi per creare, entro il 2015, un mercato unico realmente digitale. L’economia digitale si sta espandendo rapidamente ma il livello di scambi internazionali rimane basso e la creatività è soffocata da una rete complessa di sistemi nazionali diversi nell’ambito del copyright. (...)

In terzo luogo, dobbiamo mantenere il nostro impegno di costituire, entro il 2014, un mercato interno autentico, efficace ed efficiente nel settore dell’energia. Tutti gli Stati Membri dovrebbero attuare il Terzo Pacchetto sull’Energia (Third Energy Package) in maniera completa, rapida e tenendo conto delle scadenze concordate. (...)

Quarto, dobbiamo raddoppiare il nostro impegno nei confronti dell’innovazione creando l’Area Europea della Ricerca, creando l’ambiente migliore possibile per gli imprenditori ed i creatori di innovazioni affinché essi possano commercializzare le proprie idee e creare posti di lavoro e mettendo l’innovazione spinta dalla domanda al centro della strategia dell’Europa nel campo della ricerca e dello sviluppo. (...)

Quinto, sono necessarie azioni decisive per offrire dei mercati globali aperti. Quest’anno dovremmo concludere degli accordi di libero scambio con India, Canada, i paesi dell’area orientale ed una serie di partner dell’ ASEAN. Dovremmo anche rafforzare i rapporti commerciali con i paesi dell’area sud. Si dovrebbe dare nuovo impeto ai negoziati commerciali con partner strategici come il Mercosur ed il Giappone, con i negoziati con il Giappone avviati prima dell’estate, a condizione che si facciano progressi circa la portata e l’ambizione di un accordo di libero scambio. I contratti attualmente sul tavolo potrebbero aggiungere altri €90 miliardi al PIL dell’Unione.

Ma dobbiamo andare ancora oltre. Dobbiamo dare un’ulteriore spinta politica all’approfondimento dell’integrazione economica con gli Stati Uniti, prendendo in esame tutte le opzioni compresa quella di un accordo di libero scambio, dobbiamo cercare di accrescere le relazioni commerciali e gli investimenti con la Russia, a seguito del suo ingresso nel WTO e dobbiamo avviare una valutazione strategica dei nostri rapporti commerciali e nel campo degli investimenti con la Cina, con l’obiettivo di rafforzare i nostri legami commerciali e consolidare l’impegno di realizzare degli scambi basati sulle regole. (...)

Sesto, dobbiamo sostenere e rendere più ambizioso il nostro programma di ridurre il peso della normative europea. (...)

Settimo, dobbiamo agire a livello nazionale e, rispettando le competenze nazionali, a livello collettivo, per promuovere un mercato del lavoro ben funzionante che offra opportunità di occupazione e, cosa fondamentale, favorisca livelli maggiori di partecipazione al mercato del lavoro da parte di giovani, donne e lavoratori più anziani. Si dovrebbe prestare particolare attenzione anche ai gruppi vulnerabili che sono stati fuori dal mercato del lavoro per lunghi periodi. (...)

Ed infine, dobbiamo assumere delle iniziative per costruire un settore dei servizi finanziari che sia solido, dinamico e competitivo, che crei posti di lavoro e offra sostegno vitale a cittadini ed imprese. Dovrebbero essere ridotte le garanzie implicite che consentono sempre di salvare le banche e che distorcono il mercato unico. Le banche, e non i contribuenti, dovrebbero farsi carico dei costi dei rischi che assumono. (...)

Ciascuno di noi riconosce che il piano che proponiamo richiede leadership e decisioni politiche difficili ma la posta in gioco è alta e le azioni in molte di queste aree avrebbero dovuto essere intraprese da tempo. Con iniziative coraggiose ed efficienti ed una forte volontà politica potremo recuperare il dinamismo dell’Europa riportare le nostre economie sulla strada della ripresa. Sollecitiamo voi ed il Consiglio Europeo e dare risposta all’appello dei nostri popoli a realizzare delle riforme e a contribuire a ristabilire la loro fiducia nella capacità dell’Europa di offrire una crescita forte e sostenibile.

Inviamo questa lettera in copia ai colleghi del Consiglio Europeo

David Cameron, Primo Ministro del Regno Unito
Mark Rutte, Primo Ministro dei Paesi Bassi
Mario Monti, Primo Ministro d’Italia
Andrus Ansip, Primo Ministro Dell’Estonia
Valdis Dombrovskis, Primo Ministro della Lettonia
Jyrki Katainen, Primo Ministro della Finlandia
Enda Kenny, Taoiseach, Repubblica d’Irlanda
Petr Nečas, Primo Ministro della Repubblica Ceca
Iveta Radičová, Primo Ministro della Slovacchia
Mariano Rajoy, Primo Ministro di Spagna
Fredrik Reinfeldt, Primo Ministro di Svezia
Donald Tusk, Primo Ministro della Polonia


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