Personalmente ho l'impressione che la posizione espressa dalle diplomazie che più sotto riporto sia un tanticchio "accademica"... però speriamo sia seguita dalla capacità di giocare anche sul terreno della forza bruta.
Cosa fare con quello che appre uno strano colpo di stato che sta dividendo il paese? Invocare le elezioni in questa situazione non basta, se non si è capaci di contrattare con le principali fazioni in battaglia. E non basta, se non si ha chiarezza sull'orizzonte da perseguire.
La democrazia nasce quasi sempre "sotto tutela". Non si deve aver paura di proporre - e imporre "tutele"; e lo si deve fare con la consapevolezza che non siamo attori "esterni".
L'autodeterminazione dei popoli non è un principio sacro, ma politico; quando è stato proclamato a gran voce come se fosse un dogma, ha creato danni; meglio essere chiari sul fatto che i nostri interessi sono attori legittimi del percorso del futuro della Libia.
In questa chiarezza, c'è la possibilità di dare un vero aiuto alla Libia. E di evitare un disastro per loro e per noi.
FMM
Elezioni parlamentari da realizzare in Libia a stretto giro, con la conseguente nomina di un primo ministro, al fine di favorire il dialogo tra le fazioni: questo il senso dell’iniziativa italiana - diffusa ieri sera dalla nostra ambasciata a Tripoli - che raccoglie intorno a se’ il consenso di tre paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti) e di Germania e Unione Europea (il cosiddetto formato P3+3).
Libya is at a crossroads. On one side lies the achievement of the transition through the political process and the forging of a Constitutional Charter based on nationally agreed principles, with a view to achieving the goals of the 17th of February revolution and fostering the rule of law, the respect of human rights and the welfare of its citizens.
On the other lies chaos, fragmentation, violence and terrorism.
The European Union, France, Germany, Italy, the United Kingdom and the United States, deeply concerned by the repeated acts of violence, call on all sides to refrain from the use of force and to address differences by political means. We stand ready to support an inclusive reconciliation process in order to gather all the Libyans in support of the political transition, with the support of the United Nations.
We emphasize the importance of carrying on the transition in a peaceful and democratic way. We insist, in this framework, on the opportunity of holding parliamentary elections as soon as possible. The democratic constitutional process has begun its work to codify the principles of democracy that will protect all citizens of Libya, irrespective of geographic or tribal affiliation.
The process leading to a peaceful transition of power should be based upon broad consensus, avoiding any acts which seek to undermine that process.
Building upon Rome Conference Conclusions, we will work to facilitate dialogue and reconciliation as the key to the stabilization process, in the national interest of Libya and of the security of the region, with the coordination of the UN.
Persistent divisions amongst Libyans will gravely challenge the ability of the international community to assist Libya.
L'occidente resta in attesa, osservando l'evolversi della situazione sul campo. Il Guardian ha riportato alcune indiscrezioni filtrate da ambienti dell'intelligence americana. Secondo diversi funzionari, gli Stati Uniti sarebbero stati colti di sorpresa dall'avanzata di Haftar. Ciononostante, il generale potrebbe inaspettatamente riportare gli Stati Uniti a ricoprire un ruolo attivo nel paese dopo le polemiche scoppiate per l'assassinio dell'ambasciatore Chris Stevens a Bengasi e gli scarsi successi ottenuti nella lotta contro il jihadismo. I funzionari della Cia hanno ribadito di non essere implicati nell'offensiva di Haftar, ma non hanno escluso di poterlo sostenere in futuro se dovesse aver successo.
http://www.ilfoglio.it/soloqui/23482
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