lunedì 19 marzo 2012

L'attentato alla scuola ebraica di Tolosa

(...) L’attentato alla scuola di Tolosa tuttavia ha una natura diversa. Una sinagoga e un cimitero, al di là del gesto efferato, richiamano la dimensione del raccoglimento. Si è là o si è portati là, perché si è con i membri della propria comunità. Chi attacca là, lo fa perchè intende colpire proprio per dimostrare che è padrone della tua vita e anche del tuo corpo, nel caso tu sia morto. Una scuola ha un carattere diverso, riguarda i processi formativi e coinvolge le immagini, il bagaglio culturale, i contenuti che giorno dopo giorno si definiscono e “fanno crescere”. Colpire una scuola non significa dunque colpire solo il presente o la tradizione di una comunità, ma il suo futuro.
Non è un problema limitato a quella scuola e non sarà solo a Tolosa, perché ovviamente il mondo non finisce a Tolosa. Ma la tragedia di Tolosa segnerà una nuova tappa di un processo di accresciuta diffidenza verso ciò che è il mondo esterno, verso ciò che non è ebraico. A Tolosa, di fronte a una scuola, si è infranto un contratto – o forse più realisticamente, ciò che restava di un contratto - fondato sulla fiducia di ricevere tutela, ma anche sulla curiosità di aprirsi al mondo, di conoscerlo, non per diffidarne, ma per saperne di più.
Da domani una parte importante della pedagogia, della costruzione della propria personalità culturale passerà per una didattica dell’autodifesa, del controllo degli spazi, dell’allargamento della frattura tra un mondo e il resto del mondo. In breve tra “noi” e “loro”. Non sarà solo una distanza fisica, ma sarà anche un ritrarsi. Tutelarsi vorrà dire mantenere le distanze. E’ una dimensione che in Francia – ma non solo in Francia – ha una lunga storia. Una storia che in Europa ha almeno un trentennio di vita e che non è solo la conseguenza dei processi immigratori, dei conflitti dovuti alla presenza rilevante di “stranieri”, delle integrazioni non perseguite o delle politiche securitarie.(...)

Non sappiamo ancora chi sia il killer misterioso di Tolosa e davvero le piste possono essere molte: un «lupo solitario», un militante qaedista, un razzista o piuttosto - come sta emergendo dalle prime ipotesi investigative - un ex soldato neonazista. Si tratta in ogni caso di una forma di terrorismo. E infatti l’indagine è guidata dagli esperti che si occupano di attacchi dalla matrice politica. Limitiamoci, per ora, a fissare alcuni punti. La polizia ritiene che sia lo stesso omicida che ha agito nei giorni scorsi uccidendo un parà sempre a Tolosa e altri due a Montauban. Avrebbe infatti usato la stessa pistola, una calibro 45, e una seconda arma. Guido Olimpio sul Corriere della Sera

NEONAZISMO- Da quando Marine Le Pen è a capo del Front National, il partito ha cercato di ripulirsi. Ha espulso tutti i personaggi più equivoci e legati al mondo skinhead. Il risultato, però, è stato una diaspora nell'estrema destra francese che ha portato al proliferare di tanti piccoli gruppi fuori da ogni controllo. Si sono così formate due correnti. La prima guarda a uno scontro di civiltà ed è rappresentata principalmente da Bloc Identitaires, ha forti legami con alcune frange di tifoserie calcistiche e ha nel mirino gli immigrati e l'Islam. La seconda ha un modo di pensare più tradizionale. Cerca cioè di preservare l'identità nazionale, secondo loro minacciata anche dagli ebrei e da quello che chiamano il «grande complotto giudaico». A seguire questa pista sono gruppi come Troisième Voie (fondato dal vecchio capo skinhead Serge Ayoub «Batskin») o il vecchio Gud. Benedetta Argentieri sul Corriere della Sera

Il professore morto era un rabbino residente a Gerusalemme, Yonatan Sandler, 30 anni. Il rabbino franco-israeliano è stato ucciso con i due figli Arieh (6) e Gabriel (3). Lascia una moglie e una figlia di quattro anni.  La quarta vittima è stata identificata dai mezzi di comunicazione israeliani in Miriam Monsenego, di circa 8 anni, figlia del direttore della scuola. Sotto choc il gran rabbino di Francia, Giles Bernheim: «Sono terribilmente sconvolto e inorridito. Parto immediatamente per Tolosa».
Come tutti hanno sospettato fin dal primo momento, il killer è quasi certamente lo stesso che la settimana scorsa - sempre in scooter - ha compiuto due agguati contro militari sempre a Tolosa e nella vicina Montauban, con un bilancio totale di tre morti e un ferito. (...) Si ignora completamente se il killer abbia motivazioni - pur deliranti - di natura politica. Secondo il giornale francese Point.fr si indaga su ex soldati neonazi. Il killer forse faceva parte di un gruppo di parà affiliati ad organizzazioni neonazi. E per questo motivo era stato cacciato dall'esercito. Il presidente del Consiglio francese della Cultura Musulmana, Mohammed Moussaoui, si è intanto dichiarato «inorridito» per «l’indescrivibile azione criminale» compiuta. Moussaoui ha tenuto a esprimere tutta la sua solidarietà e quella dei musulmani di Francia all’insieme della comunità ebraica. «Mi attendo -ha aggiunto-che l’inchiesta permetta di trovare rapidamente l’autore di questa barbarie da condannare nella maniera più ferma». La ricostruzione della Stampa

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