Gli interventi di Mario Monti (intervista di Fabrizio Forquet sul Sole24Ore) e Mario Draghi (da Die Zeit, tradotta da Linkiesta).
I grassetti della citazione di Monti sono miei; mi sembrano particolarmente importanti per rilevare come si stia tentando di trovare un percorso particolare per l'Italia; e anche se non si parlerà di esplicito aiuto "su richiesta", comunque c'è all'orizzonte l'ipotesi di appoggio della BCE ("Francoforte potrà anche valutare autonomamente", dice il Presidente del Consiglio italiano).
L'importante è: 1) Dal punto di vista di Monti: necessario ribadire che l'Italia è in una situazione diversa dalla Spagna e che l'eventuale appoggio da parte dell'Europa non deve essere vissuto come giogo esterno; 2) dal punto di vista di Draghi: è fondamentale far comprendere a Germania e altri paesi "rigoristi" come l'azione della BCE possa spostarsi su vie eccezionali, ma sempre in coerenza con il mandato della Banca Centrale.
Due interventi da leggere in parallelo per capire le dinamiche che si aprono nei prossimi giorni.
FMM
Tra le questioni più spinose per l'Italia c'è la definizione dei contenuti del memorandum of understanding, il documento con gli impegni che va siglato nel caso di richiesta di attivazione dei meccanismi di stabilizzazione finanziaria. C'è chi teme condizioni aggiuntive e gravose. «Qui il lavoro è tutto da fare, il terreno è ancora vergine». La formulazione adottata dal vertice del 28-29 giugno è alquanto vaga. «Dovranno lavorarci i ministri delle finanze. Per quanto riguarda l'Italia, abbiamo dichiarato di non averne attualmente bisogno». E se la situazione dei tassi dovesse aggravarsi? «Di certo non voglio che l'Italia, dopo gli sforzi e i risultati ottenuti, sia sottoposta a una sorta di commissariamento intrusivo come avvenuto per Paesi che avevano bisogno di aiuti per chiudere i propri bilanci. Noi non siamo in quella situazione». Di certo c'è che la Bce interverrà solo dopo una richiesta di attivazione dei Fondi Ue... «Non solo è così, ma Francoforte potrà anche valutare autonomamente se intervenire o meno in caso di richiesta di aiuti. Non ci sono automatismi su questo».
di Fabrizio Forquet - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/VuUAd
Dalla prospettiva della Bce, una forte unione economica è un complemento essenziale per una politica monetaria comune. Per fare ciò occorrerà un processo strutturato in una sequenza corretta. Tuttavia i cittadini potranno essere certi che questi tre elementi resteranno costanti. La Bce farà quel che è necessario per assicurare la stabilità dei prezzi. Resterà indipendente. E agirà sempre nei limiti del suo mandato.
Eppure è necessario comprendere che raggiungere il nostro obiettivo richiede, a volte, di andare oltre gli strumenti standard di politica monetaria. Quando i mercati sono frammentati o influenzati da paure irrazionali, i segnali della nostra politica monetaria non raggiungono uniformemente i cittadini di tutta l’area euro. Dobbiamo creare queste limitazioni per assicurare una singola politica monetaria e quindi la stabilità dei prezzi per tutti i cittadini dell’area euro. Questo potrebbe richiedere, a volte, misure eccezionali. Ma questa è la nostra responsabilità come banca centrale dell’area euro.
La Bce non è un’istituzione politica. Ma è obbligata nelle sue responsabilità come istituzione dell’Unione Europea. Così, non perdiamo mai di vista la nostra missione di garantire una moneta stabile e forte. Le banconote che noi distribuiamo portano la bandiera europea e sono un simbolo potente dell’identità europea.
Chi vuole tornare indietro al passato non capisce il significato dell’euro. Chi afferma che solo un pieno federalismo può essere sostenibile alza la barra troppo in alto. Quello di cui abbiamo bisogno è uno sforzo graduale e strutturato per completare l’Unione Monetaria Europea. Questo, alla fine, darà all’euro le fondamenta stabili di cui ha bisogno. Otterrà pienamente l’obiettivo finale per cui l’Unione e l’euro erano stati fondati: stabilità, prosperità e pace. Noi sappiamo che a questo aspirano le persone in Europa e in Germania.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/contributo-draghi-euro#ixzz24wsohX6P
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