domenica 12 gennaio 2014

Chi è Stanley Fischer?

(...) Ma perché Fischer le credenziali di Fischer sono così elevate? Il banchiere centrale è un keynesiano atipico, senza pregiudizi o dogmi particolari. «Ritengo che il lavoro di John Maynard Keynes debba essere riconsiderato, in meglio, dopo questa crisi. E’ sotto gli occhi di tutti quanto sia il suo valore», disse in un’intervista nel corso del 2010. Per essere un keynesiano, ammira anche Milton Friedman, che fu suo collega quando, dal 1970 al 1973, ha insegnato all’Università di Chicago. «Le ragioni della crisi globale sono tante, non si può solo dare la colpa al liberismo, professando le politiche keynesiane come le più corrette per l’uscita dalla fase critica», spiegò Fischer. Un approccio tanto pragmatico quanto intellettualmente corretto. Il banchiere centrale israelo-statunitense aveva messo in guardia più di una volta, fra il 2005 e il 2007, gli eccessi visti nel mercato immobiliare statunitense. Secondo lui si doveva iniziare a sterilizzare liquidità fin dal principio di bolla, ma la Fed non fece così, anzi. Di fatto, era un gioco, quello del credito facile e dei subprime, che faceva gola a tutti. Alla banca centrale, alle banche statunitensi e ai cittadini. Ognuno ne traeva benefici, ma i costi sono stati devastanti. «Era facile comprendere cosa sarebbe successo coi subprime, ma si è deciso di chiudere entrambi gli occhi. Lo shock è stato forte», commentò Fischer. Del resto, conosceva bene queste dinamiche. (...)


Quale corso prenderà la Federal Reserve nel dopo-Bernanke? La banca centrale americana entra nel vivo del nuovo anno con al timone due personalità nuove. Sebbene l'approccio monetario dell'istituto non sia destinato a cambiare, resta da vedere come l'imminente numero uno Janet Yellen se la intenderà con Stanley Fischer, ex governatore della banca centrale di Israele, scelto oggi da Obama per diventare il numero due della banca centrale americana. Il duo è promettente. Con curricula eccellenti Yellen e Fischer, per citare il presidente degli Stati Uniti, costituiranno un «team fantastico». Ma forse qualche diversità di vedute tra i due non mancherà. 

di Stefania Spatti - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/zxtRT

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