(...) La fuga di Zeidan dalla Libia è solo l’ultimo episodio di una serie di eventi che hanno dimostrato l’estrema instabilità politica che sta vivendo il paese dalla caduta di Mu’ammar Gheddafi, ucciso dai ribelli il 20 ottobre 2011. L’8 marzo Zeidan aveva minacciato di bombardare una petroliera che si trovava nel porto della città di al-Sidra, nell’est del paese: la milizia locale ne aveva infatti preso il controllo e aveva sfidato il governo di Tripoli rivendicando il diritto di vendere il petrolio autonomamente. Il voto di sfiducia del Parlamento è arrivato dopo che la nave era riuscita a rompere i blocchi e ad allontanarsi dal porto, nonostante Zeidan avesse annunciato che era in pieno controllo della situazione. La crisi e le tensioni tra governo centrale di Tripoli e zone orientali della Libia vanno avanti da diversi mesi: le milizie che controllano queste zone chiedono maggiore autonomia, nonché una percentuale più alta sui proventi delle esportazioni.(...)
"Una simile pace dovrebbe permettere a tutti gli uomini di navigare senza impedimenti oceani e mari." (Carta Atlantica, 14 agosto 1941)
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