Il presidente turco Abdullah Gül ha firmato nella serata di martedì 18 febbraio una legge che aumenta le capacità di controllo del governo su Internet, nonostante le molte proteste e i molti appelli che gli erano stati rivolti perché ponesse il suo veto. Il presidente ha aggiunto di aver riconosciuto valide le “obiezioni” a due punti specifici della legge e di aver chiesto una correzione.
Come riporta il quotidiano turco Hürriyet, il governo di Recep Tayyip Erdoğan ha presentato nella stessa giornata di martedì due emendamenti e il ministro delle Comunicazioni Lütfi Elvan ha contattato i tre partiti di opposizione in Parlamento. L’emendamento più importante riguarda l’aggiunta di un ruolo di supervisione giudiziaria alle decisioni di bloccare siti Internet prese dal Direttorato per la Telecomunicazione (TİB): se entro 24 ore non riceverà l’approvazione di un tribunale, la decisione del TİB decadrà.
Il Wall Street Journal scrive che la legge, approvata dal Parlamento ai primi di febbraio, dà al ministero delle Comunicazioni (e in particolare al TİB) la possibilità di bloccare contenuti online ritenuti illegali o che violino la privacy di qualcuno. Per disporre il blocco non è necessaria, almeno inizialmente, l’autorizzazione di un giudice. Oltre a questo, la legge prevede che i provider registrino le attività dei loro utenti e conservino i dati per due anni, in modo da poterli consegnare alle autorità in caso di richiesta. (...)
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