(...) Sochi è blindata. Per la sua sicurezza, Mosca ha speso 2,5 miliardi di euro, i servizi segreti hanno avuto carta bianca su intercettazioni, raccolta dati, fermi, arresti. “ Se volete eliminare qualcuno, uccidetelo”, così il ministro degli Interni ceceno Apti Alaudinov ha esortato i suoi uomini a usare ogni metodo per sventare gli attacchi terroristici.
Tuttavia nel mirino dei terroristi non c’è stata fino ad ora Sochi. Le località più colpite sono state Volgograd, ex Stalingrado, testimone di tre attentati in tre mesi, Pjatigorsk, il Dagestan e Kabardino-Blakaria, scenario di una guerra che uccide circa 700 persone all’anno e che l’International Crisis Group non ha esitato a definire “il più sanguinoso conflitto esistente in Europa”.
Nel silenzio della stampa il Bin Laden russo, Doku Umarov, lancia i suoi appelli alla solidarietà islamica internazionale, facendo leva sull’incredibile caleidoscopio di etnie che abitano quelle terre come ceceni, cabardini, abkhazi, circassi (di cui quest’anno ricorre il 150esimo anniversario della cacciata dal Caucaso e del “genocidio circasso”) e tanti altri.
Tra gli irriducibili di Umarov, quello che colpisce è il numero di donne, le cosiddette vedove nere o shahidki, donne martire. Sono per la maggior parte giovani e acculturate che hanno visto morire nella guerriglia padri, fratelli amici e per le quali il terrorismo a volte è un modo per calmare la sete di vendetta, altre volte è invece l’unica strada per riguadagnare il proprio onore dopo uno stupro, in una società chiusa e conservatrice come quella cecena. (...)
La questione è tuttavia più complicata e lega la Russia agli affari economici di Arabia Saudita e Qatar. Questi ultimi paesi avevano precedentemente offerto a Damasco non solo l’equivalente di tre anni di bilancio, ma anche la propria disponibilità a domare la rivolta se Assad si fosse allontanato dall’Iran, arci-nemico dei sunniti. Così non è stato e pertanto il principe Bandare Bin Sultan, capo dei servizi sauditi, si è visto con il presidente russo lo scorso luglio ed è tornato a incontrarlo il mese scorso.
Vladimir Putin avrebbe chiesto ai sauditi un sostanziale via libera sui loro gasdotti e un aiuto nel controllare i terroristi ceceni che minacciano i giochi. In cambio, il principe avrebbe domandato la cessazione del sostegno russo al regime di Assad e il rinvio della conferenza di pace sulla Siria, Ginevra 2. (...)
Vladimir Putin avrebbe chiesto ai sauditi un sostanziale via libera sui loro gasdotti e un aiuto nel controllare i terroristi ceceni che minacciano i giochi. In cambio, il principe avrebbe domandato la cessazione del sostegno russo al regime di Assad e il rinvio della conferenza di pace sulla Siria, Ginevra 2. (...)
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