sabato 3 dicembre 2011

Giusto tifare per Monti, ma è necessario discutere

Da discutere l'articolo di Menichini che appare sul quotidiano Europa. Io sono per il governo Monti da sempre  - come sa chi segue questo blog - e anche io direi tranquillamente "Vai Monti" per la fiducia che ho in questa squadra. Però politica è andare anche a vedere le cose, discuterle, far vedere che si cambiano nel momento in cui ci sono criticità. 
Le giornate da lunedì in avanti saranno decisive anche per far apparire non "automatico" tutto il processo; far comunque percepire una condivisione. Altrimenti il rischio è che il consenso di cui attualmente gode questo premier si raffreddi, e che il disagio sociale non trovi interlocutori istituzionali, con rischio di conflittualità sociale altissima.
La via della coesione sociale è strettissima, ma è da percorrere senza dubbi.

5 commenti:

  1. Giusta considerazione. Ti invito però a riflettere sul fatto che storicamente nel nostro paese (e non solo) la sinistra sindacale e politica si è distinta per un ruolo di "costituzionalizzazione" del dissenso e del disagio.

    Oggi questa funzione è limitata dal fatto che sel è fuori dal parlamento, ma essere fuori dal parlamento non significa essere fuori dall'agone politico. e l'idea vendoliana (e anche di parte del pd) di deresponsabilizzarsi dalle scelte di monti, temo sottintenda (più o meno consapevolmente a seconda dei singoli) anche un deresponsabilizzarsi da questa funzione storica.

    Stigmatizzare questo atteggiamento è fondamentale, quindi. Non può farlo monti, non possono farlo (sarebbe inutie) solo coloro i quali pensano che si debba stare con monti "senza se e senza ma". Questo compito spetta ai bersani e ai fassina (che per me restano due "cose" diverse, a dispetto della vulgata interessata).

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  2. Grazie della integrazione, Marco. Tralasciando le questioni di politica più "politicista", io trovo che sia importante che qualcuno anche al di fuori del Parlamento tenti di captare il disagio che inevitabilmente si verrà a determinare (e spero che non sia un tentativo di deresponsbilizzarsi).

    Ma dico anche di più: le forze che appoggiano Monti devono creare un orizzonte, una prospettiva, che sia un po' più robusta del "mettiamo a posto i conti" o "salviamo questa Europa". Obbiettivi importantissimi, ma che rischiano di apparire limitati per i cittadini che sentono in questo momento l'Europa molto lontana ( e molto poco europea, forse la percepiscono come franco-tedesca...).

    E' ben diverso se i sacrifici vengono posti solo come "esigenza ineluttabile", o se invece vengono incastonati in una cornice di riforme che andranno a dispiegare una società più forte e più sana. In questo senso l'apertura della Fornero sul salario minimo garantito mi è parso molto importante...

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  3. Come sai sono d'accordo. Ma leggo che non è d'accordo Fassina. Perché trovi politicista criticarlo per questo? Ci sta portando dritti alle elezioni per calcoli di piccolo cabotaggio: irresponsabile che merita solo di essere contrastato duramente

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  4. Forse hai ragione; su Fassina però non credo che voglia farci arrivare alle elezioni per calcoli di piccolo cabotaggio. provo a ipotizzare che il suo sia anche un tentativo di "tenere" dentro il Pd un certo disagio che altrimenti si rivolgerebbe da altre parti. Però comunque, anche se forse sono eccessivamente netto su questo versante, eviterei di definire la questione personalizzandola su alcuni esponenti politici, sia pure importanti. Il discorso non riguarda, per dire, solo il Pd. Il discorso riguarda il sistema Paese, tutte le sue forze sociali ed economiche.

    Capisco benissimo la tua preoccupazione su chi possa prevalere nel Pd - perché questo può influenzare nettamente la politica italiana tutta - ma temo che impostando il discorso così, poi si vada a parlare di congressi politici, che spesso - scusami se lo dico con evidente e troppo facile (me ne rendo conto) banalizzazione - non sono l'aspetto più esaltante della politica; e certo non esaltano i cittadini, in questo momento.

    Ripeto: capisco l'importanza del discorso, non fraintendermi, ma al Paese non puoi andare a parlare di Bersani, Fassina, Ichino; non - almeno - nei modi in cui spesso le diatribe politiche/personali vengono gestite (anche mediaticamente)

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