Ha sicuramente ragione Daniele Bellasio, quando - riferendosi alle notizie del downgrade della Francia e di altre nazioni europee, compresa l'Italia - mette in guardia da reazioni emotive e "protezioniste".
Regolamentare eccessivamente i mercati o mettere in qualche modo (come?) sotto controllo le agenzie di rating sono ipotesi di lavoro non necessariamente efficaci, anche se sono indicatrici di un bisogno di stabilità e di sicurezza che la politica deve far riacquistare alla collettività: in questo senso il braccio di ferro fra mercati e politica deve mantenersi "in tensione".
Certo, se continuasse per troppo tempo l'incertezza delle valutazioni finanziarie, e l'Europa non si risollevasse, sarebbero probabili reazioni inquietanti, di stampo nazionalista. E si tenterebbe di mettere in scena lo scenario opposto: il controllo della politica sui mercati, impresa da una parte impossibile, dall'altra molto pericolosa, per la libertà e la crescita economica nostre e delle future generazioni.
Siamo ancora lontani dal trovare il "giusto equilibrio" di questa tensione (anche per il semplice fatto che tale "equilibrio ideale" non esiste), ma non dobbiamo spaventarci per quello che vediamo in azione oggi.
L'Europa è in marcia; se non demorderà dal suo percorso di integrazione, se non abbandonerà nessuno dei suoi paesi al suo destino, e se lancerà agli Stati Uniti prima e poi alla stessa Cina, la sfida di una effettiva governance sui temi globali; ebbene, non ci sarà rating che tenga.
Francesco Maria Mariotti
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