giovedì 5 settembre 2013

Siria e dintorni (articoli dal Sole24Ore)

Test come quello compiuto ieri vengono effettuati regolarmente a sostegno dello sviluppo del sistema antimissile Arrow e solitamente vengono programmati con ampio anticipo. Non c'era quindi nessuna attinenza con la crisi siriana ma è indicativo che le tensioni in atto non abbiano indotto Gerusalemme a rinviarlo. Al contrario, il ministero della Difesa israeliano lo ha utilizzato a scopo deterrente annunciando di aver completato con successo, in collaborazione con le forze statunitensi, un'esercitazione che ha visto il lancio di un missile Blue Sparrow.
Netanyahu avverte Assad, di Gianandrea Gaiani - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/qteaA

Sembra esserci un copione preciso in questa interminabile crisi siriana, anche se i colpi di scena degli ultimi dieci giorni avrebbero suggerito il contrario. Il copione preparato da Obama poggia sulla necessità di costruire consenso attorno al Governo americano soprattutto sul piano internazionale. Ora, dopo il colpo di scena di sabato scorso, con lo stop all'attacco per cercare un appoggio del Congresso che ha scatentato mille polemiche e mille accuse di incertezza, Barack Obama incassa in anticipo un dividendo di credibilità che pareva improbabile. Soprattutto dopo la sconfitta parlamentare di David Cameron a Londra per mano dei suoi stessi compagni di partito. Da oggi, in Europa, Obama, il presidente debole e amletico torna dunque all'attacco.
La Casa Bianca si rafforza, dal nostro inviato Mario Platero - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/hDlZV

Va detto che le compagnie petrolifere russe costituiscono circa la metà del valore dello stock market nazionale e che Gazprom produce da sola il 10% dell'export. E' comprensibile perciò che la rivoluzione dello shale-gas americano preoccupi profondamente Mosca. Essa infatti rischia di minare le fondamenta dell'odierno capitalismo di Stato russo poiché al momento della rielezione, lo scorso maggio, il presidente Vladimir Putin ha escluso dalla privatizzazione il settore dell'energia, nonché quello della difesa. Inoltre lo shale-gas sta cambiando l'equilibrio di potere fra Mosca e gli acquirenti europei poiché i rifornimenti di gas liquefatto del Medio Oriente che gli Usa non intendono più acquistare, vengono ora offerti ai paesi europei spingendo verso il basso i prezzi sul mercato mondiale.  
United Shale of America, ecco che cosa teme la Russia, di Adriana Castagnoli - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/knTWl

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