Le frontiere, scrive lo storico Lucien Febvre a metà degli anni '20, segnano luoghi di passaggio, più che linee di interdizione. L'idea di Febvre è che i luoghi di confine sono punti di sutura più che di frattura. Fine della politica è nel proporli appunto come luoghi di sutura per fare in modo che lo siano per davvero: la geografia non è mai ciò che c'è e la politica è uno strumento per fare in modo che la geografia non sia il registro dei conflitti.
Oggi vige un diverso principio. I muri ci appaiono come naturali. Lo storico francese Claude Quétel, che con pazienza si è messo a indagare non solo il funzionamento di quelle fratture, ma anche l'origine (...) di David Bidussa - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/ZL2on
"Una simile pace dovrebbe permettere a tutti gli uomini di navigare senza impedimenti oceani e mari." (Carta Atlantica, 14 agosto 1941)
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