(...) I russi sanno cosa vogliono a Damasco, una transizione controllata, non gli americani che pure condividono in parte le preoccupazioni Mosca. Al Congresso, pochi giorni fa, il capo di stato maggiore americano Martin Dempsey è stato esplicito: «Nessuno nel fronte dei ribelli è in grado di garantire i nostri interessi. Qui non ci sono moderati che possono prendere il potere». È un dato di fatto: il Free Syrian Army sponsorizzato dai turchi è un ombrello di formazioni variegate e litigiose mentre imperversano i gruppi jihadisti di al-Qaida e di Jabat al Nusra.
Se sarà guerra sarà una guerra al buio, ha spiegato il comandante in capo Dempsey, veterano del Golfo e dell'Iraq. «Un intervento Usa - ha detto - non risolverebbe i problemi religiosi, tribali e settari della Siria». E neppure quelli del Medio Oriente intorno. Forse la Siria merita qualche cosa di meglio di uno sparo nel buio.
di Alberto Negri - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/Ged9G
(...) La rapidità con la quale stanno riunendosi gli organismi consultivi per discutere di opzioni militari lascia intendere che qualcosa sta davvero muovendosi sul piano militare. Nei giorni scorsi soni entrati in azione nel sud i primi reparti di ribelli dell'Esercito Siriano Libero addestrati e armati in territorio giordano dai consiglieri militari statunitensi come ha raccontato Le Figaro. "Un primo gruppo di 300 uomini, senza dubbio sostenuto da israeliani e giordani così come da uomini della Cia, avrebbe attraversato la frontiera il 17 agosto e un secondo gruppo li avrebbe raggiunti due giorni dopo"– scrive il quotidiano francese. Se Washington ha deciso di intervenire con le armi le opzioni disponibili sono almeno cinque. (...)
di Gianandrea Gaiani - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/qdmBC
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