mercoledì 16 ottobre 2013

Le riforme non più rinviabili (da laStampa.it)

Il vero difetto della via prescelta per modificare la Costituzione è, ancora una volta, la tentazione di una complessiva «grande riforma», che appare invece chiaramente impossibile per le troppe contrapposizioni e per la stessa modesta elaborazione culturale dinanzi agli attuali enormi nuovi problemi. Ma piuttosto che fallire ancora una volta, ci deve essere lo spazio per approvare le più pressanti riforme istituzionali, su cui – almeno in apparenza - esiste un vasto consenso: ed è ovvio che si pensi alla trasformazione delle due Camere, ad una razionalizzazione del sistema di governo e di legislazione, ad una sostanziosa modernizzazione del sistema regionale e di amministrazione locale (oltre ovviamente alla nuova legge elettorale). Anche queste riforme esigono però grande impegno di progettazione e di scrittura: ma allora non si comprende davvero il senso delle troppe diffidenti contrapposizioni, dal momento che dovrebbe essere a tutti chiaro che riforme del genere, se fatte bene, possono largamente sbloccare il nostro sistema istituzionale.

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