giovedì 17 ottobre 2013

L'ENI Si Muove Per L'Ambientalista Italiano

Segnalo questa notizia perché - indipendentemente dal merito della questione - mi pare importante il gesto; sembra anche l'ammissione esplicita di qualcosa che generalmente viene detto come "battuta" ("Il nostro vero Ministero degli Esteri? L'ENI"). Nell'incastro di visibilità e responsabilità che le multinazionali spesso si trovano ad "abitare", questo gesto di Scaroni ci dice anche - lo si sapeva già, ma è appunto reso un po' più esplicito - di una politica estera che non è fatta solo di feluche e soldati, ma anche - e soprattutto, in alcuni casi - di relazioni economiche; di contatti espliciti o impliciti. Di "nuovi" protagonisti. O meglio, di "nuove luci" che mettono tutto apparentemente più in vista. Apparentemente.

FMM

Per Cristian D’Alessandro, l’attivista di Greenpeace ancora in carcere nell’artico russo, si è mossa anche l’Eni, la compagnia petrolifera italiana che con la Russia intrattiene da decenni rilevanti rapporti d’affari. L’amministratore delegato del Cane a sei zampe, Paolo Scaroni, ha raccolto l’invito dei parlamentari Pd, Sel e Sc (Anzaldi, De Petris e Molea) che nei giorni scorsi avevano chiesto il suo intervento. E mercoledì ha scritto al suo omologo di Gazprom, Alexey Miller, che ha incontrato proprio di recente a Parigi (leggi la lettera in inglese).
Gli ambientalisti di Greenpeace sono stati arrestati proprio per la loro azione dimostrativa nelle vicinanze di una piattaforma in mare della compagnia di Stato moscovita.(...)

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