domenica 17 giugno 2012

Ha ragione Elsa Fornero

(con un aggiornamento del 18 giugno)
Il tema dei cosiddetti "esodati" è assai delicato, e purtroppo si presta a semplificazioni molto accentuate, con il grave rischio di fare confusione su una questione vitale per i singoli che vi siano coinvolti, e comunque importantissima anche per la collettività tutta. 
Personalmente non ho certezze granitiche, anche perché è necessario avere dati precisi per poter parlare, e da questo punto di visto a mio avviso il ministro Fornero ha ragione, quando esprime sdegno per il fatto che siano girate cifre senza adeguata spiegazione.

Segnalo di seguito un articolo di Libertiamo che mi pare metta qualche paletto per meglio orientarsi nella questione. Devo dire che non mi piace molto il tono complessivo dello scritto; per esempio non parlerei di "truffa ideologica", perché l'angoscia delle persone è grande e comprensibile, anche se sicuramente alcuni sembrano aver trovato in questo tema il "cavallo di Troia" con cui attaccare la giusta riforma delle pensioni.
Di seguito segnalo anche un articolo del sito laVoce.info sul tema.

Speriamo arrivino presto giorni in cui si possa discutere con maggiore precisione di un tema così spinoso.

Francesco Maria


aggiornamento 18 giugno: anche Pietro Ichino ha scritto sull'argomento una lettera al Corriere della Sera che segnalo più sotto.

(...) Gli esodati, in senso proprio, sono quanti hanno consentito alle dimissioni volontarie o alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro in cambio di una extraliquidazione ragguagliata al raggiungimento dall’età pensionabile pre-riforma. La velina che l’Inps ha fatto filtrare non comprende solo gli “esodati”, che sommando ammortizzatori pubblici (cassa integrazione e mobilità) e privati (l’incentivo riconosciuto dal datore di lavoro) avrebbero raggiunto, con le vecchie regole previdenziali, l’età di pensionamento con una sostanziale continuità di reddito.

Comprende i nati dopo il 1946 autorizzati dall’Inps alla contribuzione volontaria (133.000), i lavoratori in mobilità (45.000) e i cosiddetti “cessati” (per dimissioni o licenziamento) dal lavoro nei tre anni precedenti alla riforma, con più di cinquantatre anni e disoccupati all’inizio del 2012 (180.000). Complessivamente, dunque, il dato dell’Inps – oltre 390.000 unità – non “fotografa” gli esodati, ma i disoccupati che nell’arco dei prossimi anni avrebbero raggiunto l’età pensionabile e sono stati spiazzati dalla riforma.(...)

E’ evidente che i lavoratori più anziani scontano una ridotta occupabilità e sono dunque più a rischio dal punto di vista occupazionale. Ma questo imporrebbe misure di sostegno del reddito in caso di disoccupazione, non incentivi previdenziali all’inoccupazione. Dunque il problema dei disoccupati cinquantacinque/sessantacinquenni, se si vuole essere seri, andrebbe affrontato nel quadro della riforma degli ammortizzatori sociali, come chiede la Fornero, non in quello delle deroghe alla disciplina previdenziale, come vorrebbero i suoi nemici.

Ha ragione Fornero. Lo scandalo sugli esodati è una truffa ideologica (da Libertiamo)

Questa soluzione è tuttora possibile. Si basa su riduzioni attuariali delle pensioni per i lavoratori esodati o esodandi, pari circa al 2-3 per cento in meno per ogni anno precedente il raggiungimento della nuova età pensionabile. Al tempo stesso, bisognerebbe imporre ai datori di lavoro di continuare a versare per questi lavoratori i contributi sociali fino a quando questi maturano il diritto a una pensione piena. Chiaramente in questo quadro il datore di lavoro potrebbe anche optare per la reintegrazione dei lavoratori coinvolti e il lavoratore potrebbe cercare fonti di reddito alternative, tali da compensare la riduzione attuariale nella pensione, senza perdere il diritto a quest’ultima.

QUELLA COLPEVOLE ASSENZA DI DATI SUGLI ESODATI (laVoce.Info)



Il governo Monti, appena costituito, ha dovuto fare in due settimane quello che avrebbero dovuto fare i governi precedenti nell'arco di due decenni, estendendo la riforma del 1995 a tutti. Naturale che in questo modo molti di noi cinquantenni e sessantenni siano rimasti scottati; ma la colpa non è del governo che ha gestito lo scoppio della bolla: è di chi per tanto tempo ha lasciato che si gonfiasse.


Ora, certo, occorre curare le scottature prodotte da quello scoppio. Ma non possiamo farlo tornando indietro rispetto alla riforma. Già con il decreto «salva Italia» del dicembre scorso sono stati «salvaguardati», cioè esentati dall'applicazione delle nuove regole, circa 65.000 sessantenni senza lavoro e molto prossimi al pensionamento secondo le regole vecchie. Oggi a chiedere di essere «salvaguardati» sono moltissimi altri, un po' meno vicini al traguardo. Se si esaminano le categorie interessate, ci si rende subito conto che - oltre a circa 24.500 lavoratori per i quali un accordo stipulato prima della fine del 2011 ha previsto la cessazione del lavoro dal 2012 in poi, con o senza assistenza di un fondo di solidarietà (categoria alla quale pare davvero logico estendere la «salvaguardia» già disposta per casi analoghi con cessazione del lavoro entro il 2011) - tra gli altri aspiranti potrebbero annoverarsi tutti i cinquantenni e sessantenni attualmente disoccupati: l'Inps in particolare segnala 173.100 lavoratori con più di 53 anni, che per i motivi più svariati hanno cessato di lavorare tra il 2009 e il 2011, e 122.750 nati dopo il 1946 e senza lavoro da anni, autorizzati dallo stesso istituto ai versamenti contributivi volontari (per ulteriori dati rinvio al mio sito). Esentare dall'applicazione delle nuove norme tutti questi casi equivarrebbe evidentemente a svuotare la riforma del dicembre scorso, ripristinando la situazione finanziariamente insostenibile precedente e l'ingiustizia tra generazioni, con un incremento di decine di miliardi del debito di 2 mila miliardi che già lasciamo da pagare ai nostri figli e nipoti.


I veri conti sugli esodati e la soluzione possibile (dal Corriere della Sera)



1 commento:

  1. " a mio avviso il ministro Fornero ha ragione, quando esprime sdegno per il fatto che siano girate cifre senza adeguata spiegazione."
    concordo... ad esempio la cifra di 65000 fatta dalla Fornero fa indignare. difatti, ammesso e non concesso che gli esodati aggiuntivi siano solo i 24500 menzionati dal ichino nella sua lettera al corsera, cio' vuol dire che la Fornero ha avallato una stima errata del 27.37%.
    Un errore del genere non e' ammissibile, e la dice lunga sulla impreparazione e pressapochismo dello staff del ministro.
    Ciao,
    Alberto

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