martedì 12 giugno 2012

Un piano per l'Unione politica (da AffarInternazionali)

(A parte i titoli, sottolineati, i grassetti sono miei, FMM)


(...)
Con Berlino
Questo risultato va ottenuto con e non contro Berlino. La cancelliera va messa alla prova. I tedeschi sanno che il loro futuro, economico e politico, è nell’Unione europea. Il raggiungimento della stabilità finanziaria non è un’invenzione tedesca. La causa scatenante della crisi deriva dall’entità del debito. È giusto pretendere dalla Germania solidarietà ma non una carta di credito illimitata. È realistico tenere presente che la Germania è tutt’altro che isolata nella difesa del rigore. Il consenso in Irlanda all’accordo sulla disciplina di bilancio dimostra fiducia nella stabilità come premessa della crescita. È tuttavia fondamentale che non rimanga avvitata dai propri incubi (l’inflazione degli anni 20), vinca l’ossessione giuridica e contabile che la tormenta, sia propositiva, contrasti i sentimenti nazionalistici latenti che si addensano contro Berlino.
Vi sono le premesse perché l’intervallo che ci separa dal Consiglio venga utilizzato per rilanciare il tema della coesione e dell’unione politica. Come pervenirvi di fronte alla prevalenza degli interessi nazionali, alle pressioni della politica interna, all’incapacità di prendere decisioni rapide e incisive? Come fare affinché le elite politiche abbiano la capacità di reagire alla crisi morale e istituzionale dell’Europa, come uscire dal vicolo cieco degli errori accumulatisi negli anni?

Come convincere un’opinione pubblica, crescentemente diffidente e disincantata, che la soluzione dei problemi europei risiede in una maggiore integrazione, basata anche su una maggiore legittimità democratica? Come gestire la Grecia? Questi quesiti vanno affrontati ponendo al più alto livello politico la questione della solidarietà europea, persuadendo il Nord Europa che la rottura con il Sud Europa sarebbe un disastro storico, convincendo i paesi meridionali che l’epoca della finanza allegra è terminata per sempre.

Responsabilità dell’ItaliaPer quanto concerne l’Italia, sarebbe bene che i partiti ricordassero, invece di fare le animucce belle, le rilevanti responsabilità del nostro paese nello scatenare la crisi del debito sovrano in Europa. Sarebbe anche indispensabile non sottrarsi alle proprie responsabilità: cosa aspetta il Parlamento italiano a ratificare il trattato sulla disciplina fiscale (il cosiddetto fiscal compact)? Perché non lo fa insieme alla Germania come, a un certo punto, era stato deciso?

Non rimane altro che stendere, nel giro di poche settimane, un piano che preveda una cristallina sequenza per arrivare all’unione politica, attraverso passaggi intermedi, di cui l’unione fiscale dovrebbe essere il principale, ma che dovrebbero includere anche altri aspetti (politica estera, difesa, energia, immigrazione). Governanti, spesso scialbi, che ignorano la storia, egoisti, sordi al richiamo degli ideali vanno stimolati con ogni possibile strumento a respingere soluzioni minimaliste e guardare, una volta tanto, oltre l’orizzonte.


Un piano per l'Unione politica, di Antonio Puri Purini, da AffarInternazionali


Chi è Antonio Puri Purini

Nessun commento:

Posta un commento