[Enrico Letta su Europa] [post correlato Il Quirinale e la mossa legittima (da laStampa)]
Forse è il caso di lasciar da parte sfumature e mezze misure. E ribadire con nettezza dove stiamo, e dove gli elettori ci possono trovare. Noi stiamo dalla parte di Napolitano e stiamo dalla parte di Monti. Sembra assurdo che sia necessario ripeterlo ancora. Lo sviluppo degli eventi di questi anni e di questi mesi ci ha visti infatti lineari e coerenti. E direi determinanti per la svolta che consente oggi all’Italia di giocare il ruolo da protagonista in Europa e nel G20.
Forse è il caso di lasciar da parte sfumature e mezze misure. E ribadire con nettezza dove stiamo, e dove gli elettori ci possono trovare. Noi stiamo dalla parte di Napolitano e stiamo dalla parte di Monti. Sembra assurdo che sia necessario ripeterlo ancora. Lo sviluppo degli eventi di questi anni e di questi mesi ci ha visti infatti lineari e coerenti. E direi determinanti per la svolta che consente oggi all’Italia di giocare il ruolo da protagonista in Europa e nel G20.
E non ci si può far prendere la mano dalla evidente e reale fatica della società e dell’economia italiana di questo tempo per imputare tutto ciò al governo in carica e alle scelte coraggiose del presidente della repubblica. Cosa sarebbe dell’Italia oggi senza le scelte di Napolitano e senza l’azione di Mario Monti?
A questa domanda dovrebbero rispondere tutti coloro, rappresentanti della politica, del sistema economico e dei media, che stanno in questi giorni svolgendo un’azione incessante di indebolimento dell’equilibrio istituzionale basato sul triangolo tra Quirinale, palazzo Chigi e partiti di maggioranza.
E irresponsabilmente ci riempiono di parole, riflessioni, teoremi, furbizie e indignazioni che stanno avvelenando i pozzi.
A tutti questi ripetiamo che noi stiamo semplicemente lì. Dalla parte di Napolitano oggetto di un’ignobile campagna denigratoria basata sul nulla come le note del Quirinale hanno puntualmente dimostrato. E dalla parte di Monti, impegnato a ospitare Merkel, Hollande e Rajoy il 22 a Roma per pilotare una via d’uscita alla crisi europea per il vertice del 28 e 29. Sembra incredibile che l’Italia sia a tal punto protagonista e che allo stesso tempo proprio in Italia si stia tentando di reinterpretare la vecchia storia della tela di Penelope.
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