Forse ci stiamo indirizzando verso soluzioni giuste, per la crisi europea? Conta molto il segnale complessivo , anche in termini mediatici e di percezione psicologica da parte dei mercati, che verrà dal prossimo vertice, ma in qualche modo le ipotesi sul campo ripercorrono idee che si erano già delineate: se l'Europa deve intervenire, allora ci sia il pieno potere di controllo sui bilanci dei singoli stati.
Forse, passo dopo passo (ma dobbiamo andare più veloci!), l'Europa sta nascendo.
L'importante è che la direzione appaia certa e realmente irreversibile.
Francesco Maria Mariotti
[di seguito articoli del Sole24Ore e del Corriere della Sera]
Per quanto riguarda l'unione economica, Van Rompuy apre la porta un maggiore controllo reciproco, fino a dare, secondo il Financial Times, la possibilità alla Commissione di dettare cambiamenti ai bilanci, sulla base di una proposta votata dal Consiglio. La misura va oltre il two-pack, i due regolamenti da associare al patto di stabilità e che prevedono un intervento della Commissione nelle politiche nazionali più invasivo di quello attuale. La proposta sembrerebbe un modo per convincere la Germania ad accettare una mutualizzazione dei debiti. Infine la relazione, che verrà discussa come prima cosa giovedì sera, tratta anche della legittimità democratica di una unione più integrata. Tutti i paesi sono convinti che sia necessario un crescente controllo dal centro. Ddal nostro corrispondente Beda Romano - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/sQL1M
Quanto emerso fin qui del rapporto sul tavolo dei leader europei al vertice di questa settimana, ne dà un'idea chiara: una delle ipotesi (indicata ieri dal Financial Times) è che Bruxelles possa emendare la manovra di un Paese che ha un debito o un deficit eccessivi. Il rapporto sarà presentato ai leader dal presidente della Bce Mario Draghi, da quello del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, e dai loro pari grado della Commissione José Manuel Barroso e dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker. In base alla proposta, non solo la finanziaria di uno Stato dai conti in disordine sarà esaminata in Europa prima ancora di approdare nel parlamento nazionale: sarebbe anche di fatto riscritta a Bruxelles, sotto minaccia di multe se non si adegua.
La Bce può proseguire su questa strada, rendendo da un lato sempre più ampi i margini di erogazione del credito, dall'altro sempre più pervasive e penetranti sia le richieste informative sia le condizioni e i vincoli di erogazione del credito stesso. La Bce può divenire sul campo il soggetto istituzionale che decide se una banca è europea – in quanto accede al suo credito – e a quali condizioni. Non occorrono modifiche dei Trattati, né decisioni parlamentari, né consultazioni popolari. di Donato Masciandaro - Il Sole 24 Ore - leggi suhttp://24o.it/fJtoX
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