sabato 23 giugno 2012

Tensioni Turchia - Siria

Caccia turco abbattuto dai siriani per errore. Ho letto questa notizia prima sulla pagina FB di Guido Olimpio, del Corriere della Sera. Nel link che riporto qualche dettaglio in più. La notizia non è bella, vista la situaziona di tensione già esistente fra i due paesi; ricordo che solo poco più di un mese fa Erdogan aveva minacciato di chiedere l'intervento della NATO contro la Siria
Al tempo stesso i primi segnali sembrano lievemente ottimisti: si parla infatti di ricerche congiunte per recuperare i piloti. L'importante è che prevalga la ragione, anche se lo scenario siriano sembra - secondo lo stesso Olimpio che cita il quotidiano Telegraph - assomigliare sempre più a quello libico (fuga dirigenti, movimenti di denaro all'estero, etc). Speriamo prevalga il tentativo di raffreddare la situazione.
[di seguito la notizia su Euronews e l'intervista a Erdogan del maggio scorso]

La contraerea siriana ha abbattuto un caccia turco al largo di Ras al Basit, a pochi chilometri dalla frontiera: lo ha riferito la televisione degli Hezbollah libanesi, indirettamente confermata da fonti turche, secondo le quali il premier Erdogan avrebbe detto di aver ricevuto delle scuse dalla Siria. Parole che sarebbero state pronunciate in assenza di telecamere, mentre successivamente Erdogan ha solamente detto che non vi è alcuna informazione sui piloti. “Ma alcune imbarcazioni e un elicottero della nostra marina – ha aggiunto – stanno effettuando le ricerche, insieme a una squadra siriana”. Erdogan ha poi convocato una riunione d’emergenza con il capo di Stato maggiore, il direttore dei servizi segreti e i ministri di difesa ed esteri. L’aereo, secondo le fonti turche, era impegnato in un pattugliamento di routine nel Mediterraneo orientale.

(dalla intervista a Erdogan del maggio scorso) La situazione in Siria sta degenerando e sono migliaia i profughi che hanno cercato rifugio nel suo Paese. Secondo lei c'è ancora un futuro per Assad? State valutando seriamente l'opzione militare?
«Il regime di Assad è finito. Ci sono stati 10mila morti, 25 mila rifugiati in Turchia, 100 mila in Giordania. Se un Paese opprime la sua stessa gente, la attacca con i cannoni e i carri armati, se, come conseguenza, centinaia di migliaia di persone fuggono, dov'è la giustizia? Noi condividiamo con la Siria un confine lungo 900 chilometri. E abbiamo sempre avuto legami di grande amicizia. Sfortunatamente Assad non ha onorato la nostra fiducia. Quando le cose si sono cominciate a muovere in Tunisia l'abbiamo avvisato. Gli abbiamo detto: scegli la via giusta, lascia che nascano i partiti politici, apri la strada alla libertà, rilascia i prigionieri politici, ferma la corruzione. Ora la situazione è molto grave. Finora siamo stati pazienti con la Siria ma se il governo commetterà ancora degli errori alla frontiera questo sarà un problema della Nato come recita l'articolo 5. Assad non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte ad Annan. Le uccisioni continuano. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe prendere la cosa più seriamente. La Ue non dovrebbe rimanere un osservatore esterno. Se penso a un intervento armato? Questo non è solo un problema della Turchia. Servono passi comuni del Consiglio di sicurezza, della Lega araba». L'intervista integrale

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