(...) Il primo macro-tema riguarda l'efficacia e l'impatto della Csdp, ovvero gli obiettivi e il dove, come, quando, usare gli strumenti militari e civili di cui l'Ue e gli stati membri dispongono per la politica di sicurezza e difesa. Riprendendo il rapporto dell'attuale Alto Rappresentante Catherine Ashton, il Consiglio non dice quasi nulla di nuovo. Vi è solo un generico impegno da un lato ad aiutare attraverso la Csdp stati terzi a migliorare la loro capacità di controllo dei confini, e dall'altro a fare sistema con le attività Ue in questioni di cooperazione giudiziaria e di polizia per affrontare le questioni dell'immigrazione, della criminalità internazionale e del terrorismo. Un impegno che in ottica italiana ovviamente è più che benvenuto. (...)
Quanto alle capacità militari, il Consiglio sostiene in particolare quattro filoni di attività: velivoli a pilotaggio remoto (Remotedly Piloted Aircraft System - Rpas), capacità di rifornimento aereo, nuova generazione di comunicazioni satellitari governative e una roadmap di esercitazioni e training in ambito cyber-security.
Impegni più precisi sono espressi solo rispetto al primo filone. Si punta ad avere un Rpas europeo nel 2020-2025. Per farlo si pensa a: un programma per lo sviluppo di un Medium Altitude Long Endurante Rpas; la creazione di una comunità di utilizzatori - acquirenti e quindi finanziatori - tra gli stati membri interessati; sinergie con la Commissione per la cornice legale al fine di un'integrazione iniziale degli Rpas nel sistema di aviazione europeo dal 2016; appropriati finanziamenti alle relative attività di ricerca e sviluppo già dal 2014.(...)
Il Consiglio riconosce l'importanza della European Defence Technogical Industrial Base (Edtib) e di un mercato europeo della difesa integrato e competitivo. Importanza anche in termini di innovazione tecnologica, crescita economica e posti di lavoro per l'Europa. Tuttavia non si fanno grandi progressi. Lo stesso vale per le piccole e medie imprese. Sono riconosciute dal Consiglio come un motore di innovazione ed elemento chiave per la competitività dell'industria europea della difesa, ma non vengono presi impegni concreti a loro favore. (...)
Il Consiglio tornerà a occuparsi di difesa a giugno 2015, sulla base di un documento preparato a livello ministeriale a partire dai vari rapporti presentati da Commissione, Eda e Alto rappresentante. Si tratta cioè di un processo di medio periodo, che nelle sue varie tappe può avere un impatto più o meno significativo sulle capacità militari europee, sul comparto industriale e sulla politica europea di sicurezza e difesa. Molto dipenderà dalle azioni dei vari attori coinvolti.
Fermo restando che le decisioni fondamentali continueranno a dipendere dalla volontà politica dei principali governi europei, molto può essere fatto dalle istituzioni Ue e da altri soggetti pubblici e privati. Un ruolo non secondario è affidato al nuovo Alto rappresentante da scegliere nel 2014. Se avrà la personalità di un Don Abbondio, non c'è da aspettarsi un grande contributo da parte sua. Se la scelta cadrà invece su un Frà Cristoforo, potrebbe essere un'altra storia.
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