giovedì 8 novembre 2012

Turchia, voglia di presidenzialismo (e di spese militari...)


Chiusa la parentesi americana, ci occupiamo di ben altro tipo di presidente.  La notizia è di lunedì ma i primi dettagli stanno emergendo solo oggi. Potrebbe essere ancora prematuro parlarne, ma sembrerebbe proprio che il nostro primo ministro Recep Tayyip Erdogan abbia fretta di assicurarsi lo scranno più alto della Repubblica e con determinati poteri. Il vicepremier Bekir Bozdag ha detto che l'Akp, il partito di Erdogan, ha inviato la sua proposta di sistema presidenzialista all'ufficio dello speaker del parlamento. I dettagli sono ancora abbastanza vaghi, ma sembrerebbe che il cambio rispetto al sistema attuale sia piuttosto radicale, con un presidente che nomina ministri, pone il veto sulle leggi e un governo che non avrà nemmeno più il voto di fiducia. Vi confesso che per natura non sono una grande sostenitrice del sistema presidenziale, a meno che questo non sia applicato in un Paese fortemente federalista come gli Stati Uniti. Se poi mi ricordo che, come riporta Hurriyet, a inizio ottobre Erdogan ha dato l'ultimatum alla Commissione che si occupa della nuova costituzione di finire entro l'anno, altrimenti l'Akp va avanti da solo, ecco vi confesserò che non mi sento molto ottimista.


Il Governo turco ha annunciato un consistente aumento delle spese militari che nel 2013 raggiungeranno i 45,3 miliardi di nuove lire (20 miliardi di euro), sei miliardi in più rispetto all'anno in corso. L'incremento record, pari al 16,3 per cento, viene spalmato sui bilanci delle forze armate (+ 11,8 per cento) , dell'intelligence e della sicurezza interna e guardia costiera e viene giustificato dalla recrudescenza delle operazioni contro il movimento curdo PKK

Nessun commento:

Posta un commento