«Non è stato un incidente, non c’è stata nessuna casualità, un incidente è quando due macchine si scontrano per errore: io invece sono stata abbattuta, tirata giù, sono stata colpita da un razzo. Ho solo pensato che non potevo permettere a un ribelle iracheno, che aveva avuto il suo giorno fortunato, di decidere anche del resto della mia vita. Si era già preso le mie gambe non poteva prendersi anche la possibilità che io tornassi a camminare, volare o ridere. Quel potere non potevo lasciarlo a lui, lo volevo io, e così un giorno alla volta ho riconquistato la mia esistenza. C’erano mattine che non volevo alzarmi dal letto, in cui avevo paura, in cui stavo molto male, ma ho sempre trovato qualcuno che mi diceva – Tammy, muovi il culo, è ora di alzarsi».
La democratica Tammy Duckworth stavolta ce l'ha fatta. Sconfitta nel 2006 da un avvocato repubblicano che la definì “poco patriottica”, la quarantaquattrenne veterana di guerra che ha perso entrambe le gambe nel 2004 pilotando un elicottero Black Hawk di ritorno da Baghdad, ha vinto in Illinois contro il repubblicano Joe Walsh (che invece l'ha accusata di non essere un vero eroe di guerra perché gli eroi non fanno vanto della loro condizione).
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