Se nei palazzi alti l’entusiasmo è alle spalle, i cittadini egiziani sono più cauti. Da un lato la maggior parte di loro è delusa nel vedere che gli aiuti americani continuano a gonfiare le tasche dei militari. Dall’altra, considerata anche la crisi economica che attanaglia il paese, esercito e governo chiedono che Obama sblocchi quei sussidi che non arrivano al Cairo da quando, lo scorso settembre, è stata presa d’assalto l’ambasciata americana.
Quando dall’economia si passa alla politica estera, la percezione diffusa alla vigilia del voto era che chiunque fosse salito alla Casa Bianca non avrebbe cambiato lo storico atteggiamento Usa nei confronti dell’Egitto, del conflitto israelo-palestinese e della politica regionale.
Affamati di cambiamenti e scettici riguardo alle prospettive statunitensi, gli egiziani si preoccupano piuttosto della transizione in corso all’interno del loro paese. A far discutere è soprattutto la nuova Costituzione.
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