Un lancio di agenzia annunciato pochi istanti fa su la7 parlava di un imminente accordo sul nucleare fra USA e Iran (poche ore fa c'era stata la dichiarazione del Ministro degli Esteri iraniano e gli USA avevano parlato di un "primo accordo").
Notizie da prendere con le pinze, e anche l'eventuale accordo sarebbe da valutare con attenzione: probabilmente - se accordo sarà - sarà appunto una prima tappa (per quanto importantissima) di un percorso comunque ancora lungo.
Non deve stupire, comunque, più di tanto, la cosa: pochissimi giorni fa si è avuto notizia di contatti fra Iran, Israele e vari stati arabi sull'argomento (e d'altro canto, al di là della tensione ufficiale, è evidente che - più o meno direttamente - Israele e Iran si stanno "tenendo in contatto" da tempo, soprattutto in una fase storica in cui il mediatore americano spesso non è stato percepito come un interlocutore adeguato).
Per fare un punto della situazione, in attesa di dettagli, segnalo l'articolo di AffarInternazionali, apparso in questi giorni.
FMM
Barack Obama e Hassan Rouhani. Per la prima volta in oltre trent’anni, sembra questa la coppia vincente in grado di battere l’ostilità di Washington e Teheran per raggiungere un accordo, quello sul nucleare iraniano, che darebbe respiro all’economia iraniana e farebbe incassare agli statunitensi un significativo successo sul piano della non-proliferazione e della stabilità regionale.
La chiave per una soluzione della disputa sta nei dettagli di un accordo che dovrebbe permettere a Obama di affermare credibilmente di avere allontanato il rischio di un Iran nucleare e agli iraniani di salvare la faccia, concedendo loro una limitata - e internazionalmente vigilata - capacità di arricchimento dell’uranio. Al centro della disputa vi è proprio quest’ultimo procedimento, necessario tanto alla produzione di energia elettrica quanto a quella di materiale per testate. (...)
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