sabato 2 novembre 2013

La questione italiana (da ilfoglio.it)


Propongo questo articolo tratto dal Foglio. Il giudizio sul governo italiano mi sembra eccessivamente severo, ma il resto del discorso è da valutare con attenzione.
FMM

"(...) In un reportage giornalistico apparso ieri sul Wall Street Journal, si osserva per esempio che il nostro continente è l’unico in cui la Banca centrale si sia “astenuta da passi coraggiosi” come quelli compiuti da tutte le altre Banche centrali del mondo. Un atteggiamento prudente che in parte alimenta oggi lo spettro della deflazione, per esempio. C’è dunque un quid di realismo che non può mancare in ogni ragionamento sulle riforme nell’Eurozona. Queste sono necessarie quanto mai, ma oggi a molti paesi si chiede di portarle a termine in condizioni ambientali proibitive: le riforme strutturali (liberalizzazioni e mercato del lavoro, per esempio) andrebbero approvate di pari passo con tagli di bilancio, restrizione del credito ai privati, difficoltà per gli stati di rifinanziare il proprio debito pubblico (vedi il famoso spread). Non esattamente le stesse condizioni in cui la Germania, nei primi anni 2000, portò a termine le sue pur lodevoli riforme, cioè mentre il resto dell’economia mondiale cresceva.

Poi c’è una questione “regole” da non trascurare. L’Economist, per esempio, si chiede se i burocrati europei avranno ora il coraggio di applicare la legalità brussellese ai primi della classe. E’ vero o no che la Germania ha un avanzo delle partite correnti (essenzialmente la differenza tra export e import) superiore al 6 per cento del pil, cioè oltre la soglia d’allarme? E’ vero, e quindi un rientro da questo squilibrio è doveroso. (...)

Far ragionare Berlino su tutto ciò, come propongono gli Stati Uniti e da ieri nuovamente il Fondo monetario internazionale, è legittimo. Più difficile che a poterlo fare sia un governo, come quello italiano attuale, impegnatissimo a rilanciare la guerra retorica ai “populismi antieuropeisti”, balbuziente sul fronte delle riforme radicali interne, ed evanescente nei rapporti con Berlino."

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